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In piazza con Salvini, sabato a Roma, il 7 marzo a Venezia, dove porterà quest’intesa con la Lega, onorevole Giorgia Meloni? 
 «Siamo in piazza insieme per dire no a questo governo dei poteri forti,
 delle grandi lobby, dei potentati economici, dell’Europa dei banchieri,
 dell’immigrazione senza controllo, della “troika” tutta italiana: 
Monti-Letta-Renzi. Puntiamo a costruire un’alternativa credibile a tutto
 questo, partendo da una destra moderna, giovane, all’altezza delle 
sfide. Sabato partecipiamo noi, con una delegazione, alla manifestazione
 promossa dalla Lega a Roma. Sarà nostra invece la piazza organizzata a 
Venezia il 7 marzo con lo slogan “Difendiamoci”: dalle tasse, dalla 
criminalità dilagante, dai clandestini, dall’Isis alle porte».
Salvini è stato contestato a Roma, al Campidoglio lo hanno accusato di razzismo. Temete incidenti? 
 «Non
 faccio l’avvocato di Salvini. Ma di razzismo sonostata accusata anche 
io, solo perché dico no a questa forma di finta solidarietà che si vuole
 far passare attraverso l’apertura dei confini a tutti gli immigrati, 
per poi farli vivere come bestie. Qui rischiamo una deriva in stile 
banlieue. Incidenti sabato non ne temo. Le minacce arrivano dai soliti 
noti in cerca di visibilità, quattro fanatici del facciamo casino».
Con la Lega presenterete liste comuni? Magari alle regionali al Sud? 
«Non credo proprio. Ognuno presenterà le proprie. Ma il centrodestra 
per come lo abbiamo conosciuto in Italia è morto, va costruito qualcosa 
di completamente nuovo. E bisogna ricostruirlo partendo dalle primarie, 
per fare sintesi e unità».
Berlusconi non ne vuol sapere.
 «Pazienza, sene farà una ragione e ce la faremo noi del suo dissenso. È
 finita la politica dell’uomo solo al comando, dei cerchi magici, dei 
diktat, è il momento di voltare pagina».
Gianfranco Fini nell’intervista a Repubblica l’ha definita “mascotte di Salvini”, “una delusione”, il vostro un “lepenismo d’accatto”.  
«Fini
 mi ha ferito solo quando ha ucciso la destra italiana. Oggi, quando lui
 mi accusa, mi critica, acquisisco la consapevolezza di andare nella 
direzione giusta. Io non sono la mascotte di nessuno. Altri forse lo 
sono dei poteri forti, della massoneria, delle grandi lobby. Penso che 
l’esperienza Monti sia quanto di più lontano si potesse immaginare dalla
 storia della destra italiana».
Ma il legame con Marine Le Pen c’è, la porterete in Italia? 
«Ci siamo incontrate a cena poche settimane fa. Portarla in Italia per 
una manifestazione è nelle nostre intenzioni. Ma non ci sogniamo di dar 
vita a un clone italiano del partito lepenista, l’Italia non è la 
Francia, le condizioni politiche non sono sovrapponibili, noi vogliamo 
costruire un modello tutto italiano».
 

