da romait.it
Era il 7 febbraio 2013 quando, nell’Aula Giulio Cesare del Campidoglio, venne firmato il primo protocollo d’intesa
tra Roma Capitale, l’ANGVD (Associazione Nazionale Venezia Giulia e
Dalmazia) e la Società di Studi Fiumani (nata nel 1923 e ricostituita a
Roma nel 1960, proprietaria dell’Archivio Museo Storico di Fiume), per
la nascita della “Casa del Ricordo”.
L'intesa,
sottoscritta dall’allora sindaco Gianni Alemanno, dalla presidente del
Comitato provinciale dell'ANGVD, Donatella Schürzel, e dal presidente
della Società di Studi Fiumani, Amleto Ballarini, nelle intenzioni dei
firmatari, avrebbe dovuto suggellare una stretta collaborazione con
l’Amministrazione di Roma Capitale e, soprattutto, portare alla
realizzazione della “Casa del Ricordo”.
“Cari soci e amici, –
aveva scritto in una nota di allora il Comitato provinciale dell’ANVGD
di Roma – l’evento di oggi pomeriggio alle 17,00 con la consegna delle
chiavi della Casa del Ricordo, sita in via di S. Teodoro a Roma, al
nostro Comitato Provinciale romano unitamente alla Società di Studi
Fiumani, è un grande successo e un risultato che sino ad ora solamente
noi siamo riusciti ad ottenere, grazie alla collaborazione attiva e
all’impegno, condotto sino in fondo dal Consiglio comunale e dal sindaco
Alemanno che ha mantenuto le sue promesse. Naturalmente, seguirà a
tempo debito un’inaugurazione ufficiale di questo prestigioso sito,
posto nel cuore di Roma, centralissimo e raggiungibile da parte di
chiunque, che rappresenterà nel tempo un luogo dove poter ospitare
quanti siano esuli, discendenti e soprattutto cittadini, provenienti da
qualunque luogo e desiderosi di conoscere una parte di storia d’Italia
molto importante, guardando al futuro”.
L’auspicata inaugurazione,
che in seguito al cambio di Amministrazione ha subito un notevole
slittamento, arriva a due anni di distanza dalla consegna simbolica
delle chiavi della struttura, mettendo la parola fine ad una lunga e
discussa gestazione.
Dopo che nel 2014 la scure della spending
review si era inesorabilmente abbattuta sul budget destinato ai “Viaggi
del Ricordo” verso il confine orientale italiano (attualmente
ripristinati per 150 studenti romani) - determinandone la cancellazione
in nome del contrasto agli sperchi e del contenimento della spesa
pubblica - il clima politico si era arroventato. Eliminati i fondi per i
viaggi in Istria e Dalmazia (e dimezzati quelli per Auschwitz), con il
risultato di aver tolto a centinaia di giovani l’anno la possibilità di
incontrare gli esuli e visitare le foibe, si era temuto che nuovi colpi
di spugna potessero portare al naufragio della “Casa del Ricordo”.
Eventualità che, con l’appuntamento di domani, è definitivamente
scongiurata.