lunedì 25 settembre 2017

L’estate se ne va… è ora di seminare!


 da azionetradizionale.com

L’estate se ne va.
 
Il caldo e le giornate di Sole lasciano il posto al primo freddo e alle fitte piogge autunnali. La natura cambia aspetto: arriva la stagione della semina, le giornate si abbreviano, il buio cala e il Sole si ritira. Con esso i colori cambiano: non più quelli sfavillanti della primavera o l’intensità di quelli estivi, le foglie si fanno rosse, marroni e di altre mille tonalità, danno un segno distintivo a questo periodo dell’anno. Tra il grigiore della città ed il clima piatto quasi non ci si accorge del cambiamento: basta un’uscita in montagna, dove tutto ha forma originale e originaria, per rendersi conto della diversità tra i vari momenti.

Come il ciclo solare prevede momenti in cui il sole è al suo massimo splendore e si manifesta in tutta la sua forza come nel Solstizio d’Estate, così nel periodo dell’Equinozio esso si ritira lentamente, per poi risplendere e tornare vittorioso nel magico momento del Solstizio d’Inverno. Equinozio: le ore di luce si equivalgono a quelle delle tenebre. E’ in quello d’autunno che le civiltà tradizionali seguivano il ritmo cosmico dettato dal Sole, in analogia con il contadino che getta il seme nel campo che donerà i suoi frutti. Come lui anche l’uomo d’oggi, se capace di seminare bene in sé stesso, vedrà il fiorire di buoni frutti nel periodo adatto. E’ così che si attendeva la nuova “nascita” del Sole, pronto a dare luce nella vittoria del “Natalis Solis Invicti”. L’autunno, in termini cosmici corrisponde al tramonto (Ovest) e, più in generale, all’età nella quale viviamo, denominata Kali-Yuga o età del ferro, “dove predominano l’ingiustizia, la morte e il dolore. In questa fase ‘fa da re’ il potere economico, l’uomo è impegnato esclusivamente alla ricerca del ‘benessere a tutti i costi’, dimenticando il suo rapporto con il divino. (…) La funzione regale, presente e naturale nell’età dell’Oro, ora si è ritirata e non è più manifesta."

In questo periodo, “ciò che era visibile ora torna a nascondersi e progressivamente si avvicina la stagione oscura e fredda. In questo periodo, non a caso, si celebra la ricorrenza dei morti (…). La luce dell’essere si ritrae dall’esterno, come se vi fosse una lenta morte che avvolge tutta la Natura.”
Ed allora il destino di chi vuole rimanere in piedi è quello di fare luce tra le tenebre, di essere lui stesso luce tra il buio che cala. Non vi è più segno del ritmo solare, nelle città è impossibile vedere un tramonto o un’alba, le stelle non guidano più i navigatori in mezzo al mare e le città sono piene di luci artificiali, come ad esorcizzare la notte.

E’ qui che deve affermarsi l’eroe, armato di spada e fiaccola, la prima per combattere il nemico, l’altra per simboleggiare la veglia durante la notte. In questo momento, più che mai, vige l’ordine: restare in piedi su di un mondo di rovine! L’ora in cui il militante della Tradizione prende su di sé le responsabilità ed è pronto a testimoniare che il principio luminoso è solo sopito, ed è pronto a risplendere. Contro ogni tenebra dello spirito.

Atreju, Fabio Roscani è il nuovo leader dei giovani: “Saremo il peggiore incubo del potere”


Ventisette anni compiuti a giugno, romano, sorriso ironico. Fabio Roscani, alias Fabietto, è il nuovo leader di Gioventù nazionale, l’organizzazione giovanile di Fratelli d’Italia, eletto per acclamazione al termine del congresso ospitato nel villaggio di Atreju. Stordito (dalla “vittoria”?), poche ore di sonno, Fabio prende il testimone di Marco Perissa, e prima ancora di Giorgia Meloni, e affida a un post su Facebook le sue emozioni a caldo. “Ho fatto un conto alla fine di questa stagione congressuale: 11.832 chilometri in un mese e uno zainetto pieno di check inm aerei, biglietti del treno e anche di un traghetto. Gli scontrini degli autogrill neanche si contano più. Uno straordinario viaggio in ogni angolo d’Italia… Apro la galleria del mio Samsung e torno a viaggiare con la mente: fotografie di mari mozzafiato, montagne e città incantevoli. E poi tanti volti. Ognuno ha la sua storia e ognuno mi ha lasciato almeno una cosa da raccontare. In questa stagione congressuale di Gioventù nazionale non c’erano voti da prendere, ma era giusto farli tutti questi chilometri. Perché se si vuole rendere grande un movimento devi conoscerlo, devi guardare negli occhi chi ogni giorno gli dedica gli anni migliori della propria vita. Sì, perché nel tempo della socialità virtuale il rischio di perdersi è troppo alto”. Tipo tosto e determinato.

Come ci si sente a guidare il primo movimento giovanile di centrodestra?

Con una grande responsabilità sulle spalle. Per me è un grande onore, spero di esserne all’altezza . Da oggi daremo vita a questa nuova avventura per donare una speranza all’Italia. E questa generazione, non ho dubbi, sarà il peggior incubo dei curvi servi del potere, degli sfruttatori, dei mediocri, dei fatalisti e dei traditori della Patria. Quella che stiamo scrivendo è una incredibile pagina di storia della giovane destra italiana. Una generazione, e non solo il sottoscritto, si sta caricando la responsabilità di far continuare una storia, di non spezzare un filo, di raccoglierne il testimone, di affrontare nuove sfide all’insegna di valori millenari. Abbiamo nemici potenti, lo sappiamo, alcuni invisibili come l’indifferenza, l’egoismo, l’alienazione, che ti tolgono l’anima. Altri che invece sono ben visibili, come la droga, la criminalità la disoccupazione, il materialismo. Contro tutto questo la nostra generazione combatte una guerra silenziosa ogni giorno e ha bisogno di qualcuno che rappresenti un’alternativa. Un esercito di uomini e menti libere che costruiscono un’avanguardia.

Un intervento appassionato il tuo…

Ci ho messo l’anima, perché la posta in gioco è roba da far tremare le vene ai polsi. Mentre stiamo parlando, oggi in Italia oltre il 40% dei giovani non ha un lavoro. Credo che sia arrivato il momento di dire chiaramente che si possono fare tutti i provvedimenti del mondo, chiamarli con il più figo dei nomi inglesi, ma se non si decide in modo strutturale di liberare risorse per gli investimenti, se non si rende vantaggioso ai fini fiscali per un’impresa assumere un giovane dai 24 ai 30 anni, se non si istituisce un fondo governativo per l’auto-imprenditorialità, tutto rimarrà chiacchiere al vento di uno straordinario venditore di fumo.

Ti candidi a guidare la generazione di quelli che non scappano?

Sono mille le sfide che Gioventù nazionale vuole caricarsi sulle spalle per cambiare la narrazione di questi tempi,  nei quali ai giovani è stato fatto credere che sia ambizioso andare a farsi sfruttare in un ristorante londinese. Noi abbiamo il dovere di cambiare e di raccontare con i fatti che esiste un’alternativa. Come dimostra la storia di Giuseppe, che ha deciso di rimanere nella sua Puglia e di aprire un’impresa agricola. Come dimostrano Alessio e Nunzio, giovani soldati poco più che ventenni, sono partiti in missione, lontani dalle loro case e dai loro fratelli di vita, perché servire la Patria è per loro una vocazione. Il futuro della nostra nazione è nelle mani di ragazzi normalissimi, che riescono a fare cose straordinarie. “Tra vent’anni – diceva Mark Twain –  sarete più delusi per le cose che non avete fatto che per quelle che avete fatto. Quindi mollate le cime. Allontanatevi dal porto sicuro. Prendete con le vostre vele i venti. Esplorate. Sognate. Scoprite”.