da secoloditalia.it / di Sabrina Fantauzzi
Pericolo fascismo su tutti i media: tv, giornali, radio. Nel frattempo
l’Italia centrale, già distrutta dal terremoto, deve provvedere a
proteggersi dal freddo. Basta collegarsi su Facebook o cercare sulla
rete i giornali locali per capire che cosa stia passando il popolo del
cratere, quanta censura ci sia sui tg nazionali o sulla carta stampata.
Insomma il terremoto non fa più notizia.
C’è gente che mette la neve in
padella per fare l’acqua calda e lavare i piatti. Famiglie che lasciano
aperto nottetempo il rubinetto dell’acqua calda per evitare che le
tubature gelino.
C’è chi invece si dimentica di questo stratagemma e
l’indomani sta senza acqua calda.
Uno degli ultimi status, sulla bacheca
Trijjy Pan (Rita di Grisciano, che insieme a Roberta Paoloni sono le pasionarie
del cratere accumolese e amatriciano) informa: “Vento che fischia…
tremore continuo rumori assurdi di lamiere…e ogni giorno rivivi gli
incubi.
Forse questo è un esperimento della Nasa per testare la
sopportazione umana?”.
Ma quale Nasa? Qui non funziona neppure
l’elettrodomestico più amato del Paese, quello che negli anni ’50
costruì l’identità italiana post bellica, favorendo l’unificazione: la
tv, la semplice tv.
Sono due settimane che in alcune zone non si vede.
Il segnale non arriva, così i vecchietti ora non hanno proprio più
niente da fare… C’è chi, più giovane e vigoroso, è indaffarato con gli
operai del Comune, perché si è scoperchiato il tetto, o i pannelli
solari non funzionano e se non funzionano i pannelli solari non funziona
l’acqua calda.
Qualcuno combatte con la pozzanghera davanti casa che
impedisce di uscire, altri con i listelli del parquet che si staccano.
Tutti hanno una comune preoccupazione: la neve.
La neve che sta
arrivando.
Il popolo del cratere vive, se è fortunato, in casette di
12cm di spessore. Da quelle parti il freddo può arrivare anche a meno
20. Le casette, nelle quali vivono questi italiani che hanno “avuto la
sfortuna di sopravvivere sono costate allo Stato 6mila euro al metro
quadrato.
A una cifra simile a Roma trovi appartamenti sulla
Camilluccia o a Prati. Ma i media non ne parlano. Se queste casette
(chiamate con un acronimo Sae, sistemazioni abitative di emergenza) le
vai a comprare al Mercatone1, le trovi a 800 al metro quadrato.
Certo,
poi ci devi mettere gli arredamenti (che non sono proprio su misura, ma
saranno dell’Ikea), mettici anche le opere di urbanizzazione…Insomma
sembra difficile capire perché siano costate 6000euro al m2 e perché le
amministrazioni siano ancora così in ritardo sulle consegne.
Alcuni
sindaci, di fronte al collasso strutturale, lamentano: “Noi lo avevamo
detto che queste abitazioni potevano andare bene per il mare, ma non
certo per zone di montagna”.
Ci sono altri sindaci che hanno preferito
prendere un intero quartiere Erp (edilizia residenziale pubblica) e
consegnato chiavi in mano ai terremotati. Almeno stanno in una casa vera
e propria. Non come quei poveri disgraziati di Accumoli, di Amatrice, e
di Visso…dove ci sono ancora persone speranzose che vivono in roulotte.
Ma di queste cose non parla nessuno. Dove stanno i grandi giornalisti
d’inchiesta? Anzi, dove stanno i giornalisti… Sono impegnati in altro di
più importante: il fascismo sta per tornare.
Ma voi popolo del cratere
che ne sapete?
La tv non la vedete, i giornali non v’arrivano, internet
neppure… Che ne sapete dell’aria da cittadella assediata dai fascisti
che viviamo qui a Roma e nelle città del nord d’Italia. Gli antifascisti
hanno fatto una manifestazione, a Como, chiamando a raccolta tutti i
democratici d’Italia. Hanno sfilato tutti insieme, anche i ministri
Graziano Delrio, Maurizio Martina, Roberta Pinotti, Andrea Orlando,
Valeria Fedeli, Marianna Madia, la Camusso, segretario generale della
Cgil e il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, candidato alle regionali.
C’era ovviamente Matteo Renzi. Tutti a cantare l’inno partigiano “Oh
bella ciao”. Chissà se qualcuno di loro avrà mai partecipato a una
manifestazione pro-terremotati.
Che poi, chiediamoci perché le
manifestazioni a sostegno del popolo del cratere e della ricostruzione
debbano farle solo chi ha subito il terremoto, come se fosse solo “cosa
nostra”. Ma anche qui, tutti tacciono. Qui si spera solo che arriverà il
giorno in cui scoppierà lo scandalo, in cui uscirà fuori tutto: le
ruberie, i ritardi, le inefficienze.
E i giornalisti che diranno allora?
Li sentiremo dire “non lo sapevamo, nessuno mi ha avvisato”… “Mi
mancavano le fonti”… No, colleghi, oggi le cose si sanno, si vedono, la
gente parla e documenta tutto sui social e tramite i social. Perché i
social, questi montanari, li usano eccome… Molto meglio loro che i tg
nazionali pagati coi soldi pubblici dove la storia è sempre quella, va
tutto bene madama la marchesa… Ma loro stavano combattendo il fascismo.
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