da ilgiornale.it / di Fausto Biloslavo
Un tweet di Unicef Italia che bolla come
«idiota» e «fascista» chi è contro la legge sullo ius soli. E la caccia
alle streghe che sta nascendo in rete sui senatori assenti, che hanno
affondato la norma sulla cittadinanza in questa legislatura.
Un circuito collegato ai firmatari della
lettera aperta al capo dello Stato per rimandare lo scioglimento delle
Camere, che dimostra tutto l'estremismo di chi si pone come paladino
buonista contro razzismo e xenofobia.
La vigilia di Natale sul
sito ufficiale di Unicef Italia appare un tweet, che assomiglia di più a
quello di una fazione che all'agenzia dell'Onu in difesa dei bambini.
In riposta a delle critiche pesanti contro lo ius soli gli umanitari
rispondono: «Ah sei di quelli che usano nomi stranieri e bio in inglese
ma non tollerano che ragazzini nati in Italia che parlano italiano siano
considerati italiani» con aggiunti gli hashtag «idiot» e «fascist». In
rete si scatena una valanga di polemiche. Il portavoce dell'agenzia
dell'Onu è Andrea Iacomini, che faceva lo stesso lavoro ad un
assessorato della seconda giunta capitolina del sindaco Walter Veltroni.
Per 20 anni impegnato in politica era diventato segretario giovanile
del Partito popolare. Candidato per l'Ulivo, in quota Margherita, nelle
elezioni comunali di Roma del 2006 non è stato eletto per un soffio. Lo
scorso anno non escludeva in un'intervista di rituffarsi in politica.
Nel frattempo fa il portavoce di Unicef, sempre molto schierato pro ius
soli, che dovrebbe avere anche la responsabilità delle uscite su twitter
dell'agenzia dell'Onu.
Secondo Maurizio Gasparri, vicepresidente
del Senato di Forza Italia, «Iacomini insulta il Parlamento perché non
ha varato la legge sullo ius soli. Chieda scusa». Massimiliano Fedriga,
capogruppo della Lega alla Camera, sottolinea: «Si dimetta. Siamo
stanchi di subire la retorica antifascista da chi si comporta da
fascista».
Dopo una giornata di polemiche Unicef ritwitta
ammettendo in parte la gaffe: «Un troll ha usato l'epiteto idiota contro
di noi fino a quando, vistoselo restituire (caduta di stile, lo
ammettiamo) è corso dal giornalista amico. () #Stoppiagnisteo». Unicef e
Iacomini, esperto blogger, sanno bene che si possono bloccare i troll e
chi insulta sui social. E in ogni caso la mezza marcia indietro
conferma che i critici dello ius soli sono «#fascist».
Stessa
linea imbarazzante adottata nella lettera degli «Italiani senza
cittadinanza» al presidente Sergio Mattarella per non sciogliere le
Camere prima di avere approvato lo ius soli. «Talvolta le autorità di un
Paese democratico sono chiamate dalla Storia a promuovere leggi che
possono apparire divisive - scrivono - ma che in realtà sono necessarie a
potenziare gli anticorpi e a creare argini contro la deriva di forze
antidemocratiche e destabilizzanti. Non lasciateci soli ancora una
volta». In pratica i rappresentanti degli italiani in Parlamento l'hanno
affossata, ma la norma va approvata lo stesso perché i contrari
rappresentano un pericolo antidemocratico e destabilizzante. Ovvero sono
«fascisti» come scrive l'Unicef.
Curioso che una lista dal sapore
della proscrizione sia finita sul gruppo Facebook «la rete G2-Seconde
generazioni», attivisti pro ius soli collegati proprio agli «Italiani
senza cittadinanza». Ieri Mohamed Abdallah Tailmoun si chiedeva in un
post: «Ma si sanno i nomi dei senatori Pd e Mdp assenti in aula al
Senato il 22 dicembre?», che hanno provocato l'affossamento della legge.
Poco dopo Said Lahaine, profilo falso, pubblicava la lista «nera» dei
29 senatori Pd, 3 di Articolo 1 e Corradino Mineo del Gruppo misto. I
più noti sono il ministro dell'Interno Marco Minniti, della Difesa
Roberta Pinotti, ma pure Sergio Zavoli, Nicola Latorre e Felice Casson. E
giù commenti da caccia alle streghe dei democratici buonisti dello ius
soli: «Che schifo», «Lol» e «tutti a casa» e «ce ne sono altri?»,
riferendosi ai 5 stelle.
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