da barbadillo.it
Sandro Marano è un intellettuale che
divide sin da giovanissimo la propria vita fra i codici, la letteratura
per nutrire l’anima, l’ecologia vissuta come rispetto sacrale della
natura.
La sua visione del mondo, la sua
educazione spirituale e di impegno nella vita quotidiana gli è derivata
da autori che ha studiato a fondo e il suo esercizio intellettuale
continuo, quasi una disciplina, lo ha spinto negli anni a studiare e
approfondire, fra gli altri, lo scrittore francese Pierre Drieu La
Rochelle, traendone elementi di particolare suggestione per una radicale
critica al mondo moderno.
Non solo: lo studio di Drieu lo ha
spinto a rintracciare, fra le righe delle sue opere, nuove piste
interpretative, come quelle che riportano all’ecologia e alla difesa
della natura in Europa, oltre alla chiara e nota critica del mondo
moderno e della società delle macchine. Frutto di questo impegno, un
libretto prezioso, vera guida alle opere di Drieu e itineraio letterario
e politico: Pierre Drieu La Rochelle pellegrino del sogno (Pellegrini ed., pagg. 102, euro12,00). Il titolo è tratto da una frase di Jaime, protagonista del romanzo L’Uomo a cavallo di
Drieu. Marano analizza l’impegno culturale dello scrittore francese
espresso con romanzi, novelle, saggi e conferenze, oltre che con la
direzione della prestigiosa rivista La Nouvelle revue française. Drieu
tendeva a spostare l’attenzione dei francesi, degli europei, sulla
necessità di confederare l’Europa, di rintracciare un filo comune che
desse al continente unità politica e spirituale e che, dal punto di
vista geopolitico, la contrapponesse ai colossi Usa e Urss. Una visione
che interpretava destra e sinistra come opzioni ormai sorpassate,
ottocentesche, e che richiamava l’attenzione sull’antica Europa i cui
popoli, di comune origine, avrebbero dovuto rinsaldarsi per rigettare il
nazionalismo ormai superato e portatore – specie nella prima guerra
mondiale – di carneficine e stragi di grande portata.
Per lo scrittore francese la politica
era lo snodo essenziale per la rinascita degli europei, come anche una
visione ecologista. Non mancano le analisi di Marano alla concezione di
Drieu dell’Europa carnale, dei popoli. Proprio questo tema Drieu La
Rochelle ha affrontato in un libro che tratta della genealogia della
decadenza, ristampato recentemente (Appunti per comprendere il secolo,
All’Insegna del Veltro ed., pagg. 157, euro 18,00; con studio
introduttivo di Attilio Cucchi, fotografie di Cristina Gregolin).
L’analisi di Drieu parte dal Medioevo,
considerato epoca d’oro per l’uomo, dove convivevano in maniera
equilibrata anima e corpo. La grandezza della civiltà era percepita
nelle “cattedrali di luce”, negli Stati e nelle iniziative dei popoli
europei, nella cultura dei chiostri e nella fede in un Dio cristiano e
pagano al tempo stesso. Nel cuore di Drieu viveva il desiderio della
rinascita europea: “Non sono un uomo del passato, sono un uomo della
vita” affermava e, nell’analizzare la storia d’Europa e la sua lenta
decadenza, si riferiva all’Europa carolingia, che a sua volta si
richiamava all’Impero romano e teneva in sé il seme franco, quello
germanico oltre che quello latino. La perdita dell’equilibrio cominciò
con il Rinascimento e proseguì con la rottura del rapporto fra città e
campagna per proseguire con lo sfilacciamento del legame sociale a causa
del progresso che si basa sul denaro e su una visione economicista dei
rapporti e la predominanza della macchina sull’uomo. Drieu, uomo del
futuro, si richiamava alla visione ciclica della storia, ai ritmi della
natura, all’uomo, alla sua vigoria e al suo sangue che sposano la vita.
Nella speranza di un ritorno alla grandezza europea, nell’attesa che il
mito dell’Europa sbocciasse ancora, in un nuovo ordine, Drieu La
Rochelle aderì al fascismo, terza via contro americanismo e bolscevismo,
terza via per l’Europa. Il crollo di quella che era una speranza, lo
spinse a suicidarsi. Era il 15 marzo del 1945.