lunedì 23 novembre 2015
Gorizia, dagli Archivi la verità: oltre 800 infoibati
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Esaminate dalla Lega Nazionale le carte ignorate dagli storici, emergono 1024 deportati. Si salvarono in 200
GORIZIA L’elenco dei goriziani tornati dalle deportazioni titine conta circa duecento persone ed era a disposizione di tutti già dal 1996. Era sufficiente andare a cercarlo. Ufficialmente in 19 anni di desecretazione a nessuno storico è venuto in mente di farlo e ammesso che qualcuno lo ha abbia fatto, le informazioni sulle foibe ha deciso di tenerle per sé. A mettere il naso negli archivi romani e togliere la polvere dalle carte è stata la Lega Nazionale.
Il presidente Luca Urizio, insieme al ricercatore Ivan Buttignon, ha passato una settimana nei fondi del ministero dell’Interno, della presidenza del Consiglio dei ministri e del ministero degli Affari esteri a controllare documenti su documenti. Nel corso di questa missione bipartisan resa possibile grazie al supporto operativo del senatore democratico Alessandro Maran e al contributo del Comune di Gorizia, Urizio e Buttignon hanno trovato la lista completa di quanti erano stati deportati dall’esercito jugoslavo nel maggio 1945 e, con essa, anche quella di chi riuscì a far ritorno dall’inferno.
Sulla copertina timbrata dall’Ufficio informazioni dello Stato maggiore del regio Esercito si legge: “Gli elenchi allegati si riferiscono a n. 1023 persone scomparse da Gorizia (…). Si ignora se dette persone siano state deportate in Jugoslavia dai partigiani di Tito o se siano state uccise e gettate nelle foibe. I nomi sono stati segnalati dalle famiglie degli scomparsi a un nostro informatore che, risiedendo tuttora a Gorizia, desidera mantenere l’incognito”.
La data è quella del primo ottobre 1945. Per il momento il numero esatto di coloro che sono tornati non verrà reso noto perché prima di pubblicare i dati, i ricercatori vogliono concludere le verifiche incrociate con il Comitato dei congiunti dei deportati in Jugoslavia. In nome della verità storica, la Lega Nazionale è in ogni caso intenzionata a mettere i documenti a disposizione della collettività quanto prima. La data più probabile è quella del 10 febbraio, Giorno del Ricordo.
«Abbiamo organizzato la trasferta per dare finalmente ai nostri concittadini molte risposte che storici e ricercatori non sono stati in grado di fornire anche dopo la desecretazione dei documenti avvenuta fin dal 1996, 50 anni dopo il tragico periodo storico che ha sconvolto la nostra città», osserva Urizio. «Dopo giorni di intense ricerche – aggiunge il presidente della Lega Nazionale - siamo rientrati a Gorizia con oltre mille documenti fotografici, molti del tutto inediti».
Urizio sottolinea che sono stati ritrovati, in particolare, molti materiali legati al dramma delle foibe. Tra essi ce ne sono alcuni già apparsi in quello che lui definisce «un libello» privo dei riferimenti ai fascicoli dell'archivio in cui erano stati conservati. «Evidentemente non volevano che si trovassero quelli accanto», è il suo sospetto. «Ho fondati motivi per affermare che volevano che non si trovassero le carte. Si è spesso parlato di segreti di Stato, ma non ce n’erano. Si giocava semplicemente sulle spalle dei martiri e delle loro famiglie».
Per il presidente del sodalizio le liste dei deportati prelevati da Gorizia e di quelli rientrati successivamente in città «permetteranno finalmente di chiudere le polemiche sul monumento al Parco della Rimembranza». Oggi sono 665 i nomi scolpiti sulla lapide. A quelli ne mancherebbero circa 150.
«Riconosco che alle volte le polemiche sono nate a ragione, ma non bisogna per questo strumentalizzare la tragedia. Non è che se i numeri sono maggiori o minori, la tragedia vale di più o di meno. La tragedia è tragedia. Ad essere importante è la storia». Tra gli altri documenti ne sono emersi centinaia “secondari” con testimonianze e rapporti sulle violenze subite dagli italiani nel periodo compreso tra il 1943 e il 1946. Molte informazioni sono considerate di primaria importanza per rileggere nel giusto contesto quel periodo storico.