da ilgiornale.it
Strasburgo rigetta senza motivazioni la
richiesta dei profughi scacciati dalle terre orientali d'Italia e
depredati dei loro beni dalle armate titine
Non c'è pace per gli esuli istriani, giuliani e dalmati.
Dopo settant'anni di lotte per vedersi riconosciuta la restituzione dei
beni confiscati dagli jugoslavi in seguito alle occupazioni degli anni
Quaranta, l'ultimo schiaffo arriva da Strasburgo.
Settimana scorsa, infatti, la Corte dei Diritti dell'Uomo ha rigettato definitivamente la richiesta di risarcimento degli esuli italiani.
Negli
anni dal 1944 al 1947 centinaia di migliaia d'italiani vennero
costretti ad abbandonare terre da sempre italiane, come le coste dalmate
e istriane, oltre alle grandi città e alle isole. Per chi non veniva
infoibato o rinchiuso nei campi di concentramento jugoslavi, c'era una
sola alternativa: la fuga. Spesso abbandonando ogni cosa, lasciata alla
mercé delle orde titine. Che, imitate dai vari governi
jugoslavi, incamerarono ogni cosa con la scusa delle riparazioni di
guerra dovute dall'Italia alla Jugoslavia in base al trattato di pace di
Parigi del 1947.
Di risarcimento per gli esuli di fatto non si parlò fino al 1975, quando il trattato di Osimo,
fissando definitivamente il confine orientale alla linea su cui si
attesta ancor oggi, stabilì il pagamento di un indennizzo all'Italia a
compensazione di quanto perso in quegli anni - si parlò allora di 110
milioni di dollari, versati poi effettivamente per poco più di un decimo
del totale.
Il debito venne ereditato poi da Croazia e Slovenia.
Alla fine gli esuli, esasperati da decenni di promesse a vuoto, hanno
trascinato la questione davanti alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo
di Strasburgo. Che, come racconta Il Piccolo, ha rigettato senza motivazioni il ricorso presentato un anno fa.
Per
gli esuli e per le loro famiglie è davvero l'ultima speranza che
svanisce: quello di Strasburgo, infatti, era l'ultimo grado di appello.
Oltretutto, nota puntiglioso il quotidiano triestino, la relatrice della
Corte di Strasburgo proviene da un Paese dell'ex Jugoslavia, la
Macedonia: si tratta della slava Mirjiana Lazarova Trajkovska.
Nel frattempo, spiegano i rappresentanti degli esuli, il governo
italiano latita: secondo le ultime dichiarazioni rilasciate oltre un
mese fa in occasione del Giorno del Ricordo, l'Italia sarebbe
"orientata" ad incassare quanto versato da Croazia e Slovenia.
"Tutti
se ne lavano le mani, a partire dallo Stato italiano - commenta il
direttore dell’Irci (Istituto regionale per la cultura istriano-fiumano-
dalmata) di Trieste Piero Delbello - Ma anche la Ue dimostra di non
essere l'Europa dei popoli, ma l'Europa degli affari e dei banchieri. E
da questa non mi posso aspettare nessuna tutela dei popoli."