Il deputato del Pdl: "Chi piega le istituzioni
ai propri interessi di bottega
non può governare,
neanche provvisoriamente, con noi"
da laziocom.com
ROMA - "Sulla data delle elezioni regionali anticipate immaginavo che sarebbe finita così e ho tentato di mettere in guardia il PdL fin dal principio. E' una vergogna che un governo tecnico, che dovrebbe solo compiere scelte convenienti per gli italiani, si faccia tirare per la giacchetta dalla sinistra. La soluzione del voto a metà febbraio non è né carne né pesce, è solo uno spreco di soldi. Mario Monti, mentre non passa settimana senza che metta le mani nelle tasche di famiglie e imprese, senza peraltro portare a soluzione i problemi del debito pubblico e della disoccupazione (che crescono), della recessione (che resta invariata), della produzione (in costante calo), delle tasse (in costante aumento), decide di gettare dalla finestra oltre 100 milioni di euro, tanto ci costeranno le elezioni di Lombardia, Lazio e Molise a causa del diniego sull'election day”. E' quanto dichiara il deputato del PdL Fabio Rampelli
“Due e solo due potevano essere le soluzioni – prosegue Rampelli - elezioni anticipate immediate che giustificassero questo costo aggiuntivo per i contribuenti o accorpamento con le politiche di fine marzo. Che si vadano a celebrare elezioni regionali a poco più di un mese dalle politiche è uno schiaffo alla miseria, un pessimo e vergognoso segnale di insensibilità nei confronti delle famiglie in difficoltà, dei lavoratori esodati, degli inoccupati, delle decine di migliaia d'imprese che hanno chiuso o stanno per chiudere. Di questo risultato, insieme a Monti, è responsabile la sinistra che ha la presunzione di portare a casa, grazie all'ormai probabile alleanza con Casini, la vittoria alle regionali pensando che questo possa lanciarle la volata per le politiche. Uno squallido interesse di parte che meriterebbe una reazione adeguata dal PdL: staccare subito la spina al governo e andare a votare a febbraio anche per le politiche. Chi piega le istituzioni ai propri interessi di bottega non può governare, neanche provvisoriamente, con noi".