di Gloria Sabatini
Due tende da campeggio semivuote: “Ecco tutto quello che possiamo permetterci”. Ore 9, piazza del Gesù, sotto la sede dell’Abi decine di giovani si sono ritrovati per chiedere lo sblocco del Fondo agevolato per l’acquisto della prima casa per le giovani coppie. Il sit in promosso da Fratelli d’Italia denuncia le “distrazioni” del governo Monti e protesta per il mancato rispetto da parte delle banche dell’applicazione del “Fondo di garanzia” per tutti quei soggetti considerati “non bancabili” istituito ad hoc nel 2010 dall’allora ministro della Gioventù Giorgia Meloni. «Le banche nascondono 50 milioni di euro», si legge nel volantino. Secondo un’indagine diAltroconsumo, infatti, nove agenzie su dieci hanno ignorato il fondo governativo dicendo di “non conoscerlo”, insomma il gruzzolo è rimasto nelle casse degli istituti di credito. Da fondo per i giovani precari è diventato il “Fondo salva banche” dove i risparmi vengono sbranati per le speculazioni finanziarie e tolti dalle tasche delle giovani coppie». Il professore salvaItalia, oltre ad aver smantellato gli uffici del dipartimento della Gioventù, ha aggravato il quadro «perché – spiega dai microfoni Marco Marsilio, uno dei partecipanti al sit in – il ministro Riccardi difende le banche che vorrebbero modificare i criteri di erogazione e le garanzie per usare il fondo a favore di categorie già bancabili, mentre l’obiettivo del dicastero della Gioventù era proprio quello di garantire l’accesso alla prima casa per chi non rientra negli attuali parametri di mercato e non può quindi accedere ai mutui». Un governo serio dovrebbe imporre alle banche il rispetto degli impegni e obbligarle a tornare a fare il loro mestiere, invece di bruciare miliardi con derivati, truffe e speculazioni fallimentari.
Nell’ambito del pacchetto “diritto al futuro” il ministero della Gioventù aveva costituito il fondo per permettere alle giovani coppie, con un reddito sufficiente ma di natura precaria, di ottenere un mutuo per l’acquisto della prima casa, anche se prive delle garanzie abitualmente richieste. Rigidi i requisiti per i beneficiari: giovani coppie coniugate (con o senza figli), età inferiore ai 35 anni, nuclei familiari anche monogenitoriali con figli minori; reddito complessivo non superiore a 35 mila euro, nessuna proprietà di immobili a uso abitativo. L’iniziativa venne accompagnata dalla stipula di un accordo tra il ministro della Gioventù e l’Associazione bancaria italiana (ABI) e la messa a disposizione da parte del ministero di 50 milioni di euro confluiti nel fondo. Dei quali però si sono perse le tracce.