da secoloditalia.it
Marcia indietro del ministro dell’integrazione Cecile Kyenge sulla cittadinanza ai figli degli immigrati. La Kyenge si trovava in visita al salone del libro di Torino ma alle domande dei giornalisti sul tema a lei molto caro ha risposto facendo capire che non insisterà più perché l’argomento venga messo urgentemente nell’agenda del premier Letta: “Non è il momento di parlarne”. Lo ius soli per ora viene accantonato, o comunque relegato tra gli auspici umanitari e non politici. “Il premier Letta – ha detto ancora Kyenge – ha presentato le priorità del governo. Ci sono dei punti che possono appartenere a tutti, all’intera società. Questo tema – ha ribadito – appartiene ala società civile più che al governo”. ”L’integrazione – ha puntualizzato infine il ministro – è un tema trasversale che riguarda tutti, non ha colore politico. Ha una storia umana e noi dobbiamo guardare a questa storia e riportare la persona al centro di ogni progetto politico e di vita”. Sullo ius soli in effetti si era già prefigurato all’orizzonte uno scontro politico difficile da gestire in nome delle larghe intese con il centrodestra contrario e la sinistra che premeva sull’acceleratore della riforma della cittadinanza. Il caso Kabobo a Milano, pur se indubbiamente scollegato da questo dibattito, ha rimesso tutto in discussione, alimentando – al di là di strumentalizzazioni illecite – la diffidenza dell’opinione pubblica verso l’immigrazione clandestina. Cecile Kyenge ha capito che, appunto, oggi dello ius soli è meglio non parlarne. Domani si vedrà. Più che una rinuncia, una saggia presa d’atto delle circostanze.
E sul tema c’è da registrare oggi a Roma un flash mob di Fratelli d’Italia, con la partecipazione di Giorgia Meloni e Marco Marsilio, contro la cittadinanza “facile” a tutti i figli degli immigrati. L’iniziativa si è svolta a piazza di Spagna dove è stato esposto uno striscione con la scritta: “Italiani non per caso, italiani per amore”. Secondo Fratelli d’Italia “la cittadinanza italiana dev’essere una scelta e chi nasce da immigrati stranieri regolari deve poter scegliere entro i 18 anni manon si può pensare di concedere automaticamente la cittadinanza a tutti i figli di partorienti straniere che ci sono in Italia”. Qualche giorno fa il deputato di FdI Fabio Rampelli si era rivolto durante un question time alla ministra Kyenge, sostenendo che “il conferimento della cittadinanza italiana non deve essere considerato uno strumento d’integrazione culturale ma, a integrazione avvenuta, un modo per esercitare diritti politici, civili e sociali. Ogni sovrapposizione genera pasticci e confusione”.