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giovedì 11 gennaio 2018

Macron a Colle Oppio, Fratelli d'Italia: "Ha visitato anche i bivacchi?"



da ilgiornale.it / di Elena Barlozzari

Visita del presidente francese Emmanuel Macron alla Domus Area, nel centralissimo parco di Colle Oppio, ma Fratelli d'Italia polemizza: "Colle Oppio continua ad essere una landa desolata approdo di bivacchi e discarica a cielo aperto"

A Monsieur le président Roma piace “beaucoup” e cioè “molto”. Queste le prime, fugaci impressioni di Emmanuel Macron che, stamattina, ha visitato la Domus Aurea assieme al premier Paolo Gentiloni e al ministro della Cultura Dario Franceschini.  

Tutti stretti nei cappotti scuri, sorridono per la photo opportunity di rito e si lasciano alle spalle la grande bellezza del Colosseo.
È stata una “visita sublime” ha detto Macron al termine del tour della reggia di Nerone: 40 minuti a passeggio nel tempo e poi via verso Palazzo Chigi. Non c’è tempo per guardasi attorno e per rendersi conto che, al di là delle stanze d’oro dell’imperatore, “Colle Oppio continua ad essere una landa desolata, approdo di bivacchi e discarica a cielo aperto, frutto del lassismo di questa amministrazione”. Con queste parole gli esponenti di Fratelli d’Italia Andrea De Priamo e Stefano Tozzi, rispettivamente consigliere comunale e capogruppo del Municipio I, hanno approfittato dei riflettori momentaneamente puntati sul parco archeologico per denunciarne il degrado: “Un’area di pregio lasciata alla mercé di abusivismo e illegalità”.

Proprio in quel giardino, Fratelli d’Italia aveva una sede, la storica sezione di via delle Terme di Traiano, ma ora non c’è più. Era “l’unico presidio sociale del parco”, troppo spesso al centro della cronaca cittadina che lo ha ormai eletto crocevia di spaccio e delinquenza, ma il sindaco Raggi, due mesi fa, ha costretto i militanti a fare fagotto. Resta invece chi dorme tra la vegetazione, chi bivacca, chi si rifugia nelle aree cantierizzate accendendo fuochi tra le rovine romane e trasformando i quattro angoli della villa in una toilette en-plein-air.

“Possibile – si chiedono i due esponenti – che nessuno comprenda le potenzialità di valorizzare un sito 365 giorni l’anno?”. Durissimo anche Federico Mollicone, responsabile della cultura e della comunicazione di FdI, che si domanda se il ministro Franceschini “ha mostrato a Macron anche i bivacchi sopra i mosaici e i disperati che vivono accampati tra i resti archeologici, i giardini devastati e i ruderi che si sbriciolano”. Chissà come avrebbe reagito il numero uno dell’Eliseo.

giovedì 7 dicembre 2017

A Colle Oppio Virginia Raggi sfratta la storia della destra romana


da linkiesta.it / di marco sarti

I vigili sono entrati a Colle Oppio alle cinque di mattina del 31 ottobre scorso. Dopo l’irruzione hanno chiuso per morosità la sede di Fratelli d’Italia, messo i sigilli al circolo e cambiato la serratura. Sgombrando in un colpo solo settant’anni di storia politica. È qui, a due passi dal Colosseo, che sorge uno dei luoghi più evocativi della destra italiana. In questa parte dell’Esquilino, dove Traiano aveva edificato le sue terme, si ritrovarono nel dopoguerra i primi esuli istriani e dalmati. 
Scappati a Roma dalle vendette titine, trovarono accoglienza in un locale interrato «che scavarono letteralmente a mani nude», racconta oggi il presidente del circolo Federico Mollicone. Con loro c’erano anche alcuni ex combattenti della Repubblica sociale, rappresentanti di un mondo sconfitto ma ancora vivo.

Nel 1948 a Colle Oppio apre una delle prime sezioni del Movimento Sociale. Viene ribattezzata “Istria e Dalmazia”: un luogo ideale più che una sezione di partito. Le difficoltà di quella comunità rispecchiano l’ambiente. La sede è un locale umido, senza finestre, si trova un metro e mezzo sotto il livello della strada. Tre stanze, bagno e sottoscala. «Uno spazio inadatto a qualsiasi attività pubblica, come ha certificato anche il Campidoglio» insiste Mollicone. «E tutti i giovani che negli anni a seguire sono cresciuti in questo circolo lo sanno bene. Siamo pieni di reumatismi». Qualche giorno fa lo scrittore Antonio Pennacchi ha rivelato di aver frequentato quella sezione durante la sua militanza nera. A Colle Oppio ci ha trascorso una notte nel 1966, “a guardia da temuti attacchi comunisti”. Un bel resoconto, pubblicato sul Fatto, racconta quella comunità e la sua piccola sede. «Solo mattoni sgarrupati sui muri e sulle volte, e secchi per la colla, tavoli e palanche su cui sedersi e manifesti della fiamma. Niente di più, niente d’artistico, solo - al massimo - qualche busto del Duce».

Adesso su quella storia ci sono i sigilli del Campidoglio. Ufficialmente la sindaca Virginia Raggi denuncia una vicenda di morosità, un immobile pubblico con un contratto d’affitto scaduto da quasi mezzo secolo. I militanti cacciati raccontano un’altra verità. La convenzione con il comune risale al 1959, c’è un contratto rinnovato fino al 1972. Poi di quegli accordi si è persa traccia tra i fascicoli conservati nei polverosi archivi capitolini. Fino a quando, sotto il commissario Tronca, l’immobile è tornato di attualità. Pochi anni fa Fratelli d’Italia e il Campidoglio hanno aperto un dialogo per trovare un’intesa economica. L’altra notte, mentre gli eredi del Msi ancora attendevano una risposta dagli uffici del Comune, è arrivato lo sfratto. «Ma non siamo morosi - racconta ancora Mollicone - Come dimostrano gli atti in nostro possesso abbiamo già sanato gli ultimi cinque anni, siamo in regola». È una vicenda di soprusi e potere, dicono i dirigenti di Fratelli d’Italia. Forse persino una vendetta politica. Nel solo centro storico di Roma ci sono quasi 600 immobili pubblici nella stessa situazione - locali di pregio ben maggiore - perché procedere con tanta urgenza a questo sgombro? «È un atto illecito che a pochi giorni dalle elezioni di Ostia colpisce la sede storica del principale partito di opposizione - tuona il presidente - Neanche in Corea del Nord...».

I ricordi tornano al secolo scorso. Per la destra romana questo è un luogo leggendario. Negli anni Cinquanta Colle Oppio diventa il riferimento per le organizzazioni giovanili che gravitano attorno al Movimento Sociale. Ma il ritrovo dei neofascisti è anche un punto di aggregazione per l’intero quartiere. I militanti di allora ricordano la creazione di una improvvisata balera, i tavoli di biliardino. Qualche anno più tardi sarà allestita anche una palestra di pugilato. È un modo per rimanere vicini alle radici popolari del rione, dove già sorgeva l’Audace di Primo Carnera. Negli anni Settanta Colle Oppio deve attraversare gli anni di piombo. Bombe e scontri, agguati e pestaggi. La violenza politica scandisce quel periodo drammatico. Chi conosce le vicende del circolo ricorda almeno tre attentati incendiari, ne seguirà un altro negli anni Novanta. È una storia di sangue che qui non hanno mai dimenticato. Militava a Colle Oppio Stefano Recchioni, una delle tre vittime di Acca Larentia. Era il 1978, ancora oggi nella sede di Fratelli d’Italia è conservato il calco della lapide di bronzo scolpita dalla madre del giovane.

«Per i neofascisti appassionati di Tolkien, quei ruderi sono diventati una nuova “Contea”» ha raccontato Luca Telese nel suo Cuori Neri. «E tutta la toponomastica del quartiere viene ridisegnata e ribattezzata secondo nomi e coordinate immaginarie che riecheggiano la cronaca, la politica, i punti cardine del loro vissuto. Per dire: la scalinata di piazza Iside è stata ribattezzata "scalinata Mantakas”, il confine della zona sicura - la cancellata di via Labicana che delimita il parco di Colle Oppio - è il “muro di Berlino”. Insomma, è la loro Contea. Ma una Contea che al pari delle più insicure cittadelle medievali si sente assediata: gli assalti alla sezione, la guerriglia con i rossi, con gli extraparlamentari di sinistra che si staccano dal corteo ogni volta che passano dalla vicina via Cavour, sono il pane quotidiano».

La storia di questo luogo si perde nelle leggende della destra. Secondo alcuni sarebbe nata proprio in questo circolo l’ostentazione della croce celtica. Il simbolo di una comunità militante che all’inizio, invano, gli stessi dirigenti del Msi provarono a vietare. Probabilmente non è neanche vero. Ma Colle Oppio è anche molto altro. Negli anni Ottanta la sezione diventa un’officina di idee. Avanguardia e tradizione. Cercando di superare il solito approccio nostalgico, si sviluppa l’attenzione per l’ecologia e l’associazionismo. Il circolo missino si lega alla figura di Fabio Rampelli, oggi capogruppo di FdI a Montecitorio, e diventa il luogo di aggregazione della comunità politica dei Gabbiani. Si sperimentano nuovi prodotti editoriali, crescono i gruppi musicali d’area. «Colle Oppio ha anticipato i tempi» racconta orgoglioso il presidente Mollicone. In qualche modo si vogliono tagliare i legami simbolici con un passato che i militanti non hanno vissuto, prima di tutto per motivi anagrafici. Si cercano di superare le contrapposizioni degli anni Settanta tra destra e sinistra. Si organizzano iniziative di solidarietà per i senzatetto del quartiere e nasce una collaborazione con la Caritas di don Luigi Di Liegro. Sono gli anni della metapolitica, la nascita delle strutture di volontariato e le associazioni culturali e ambientaliste. Su tutte Fare Verde, presieduta da Paolo Colli.

Una storia di parte, certo. Legata a un periodo lontano in cui la militanza aveva ancora un significato. Un percorso che arriva fino ai nostri giorni. «Colle Oppio è un santuario della destra, ma anche una comunità viva» spiega Mollicone. Oggi conta seicento iscritti, è il circolo di Fratelli d’Italia più numeroso del Paese. Ospita comitati di quartiere e associazioni. E come spiegano fin troppo orgogliosi i suoi militanti, rappresenta un argine al degrado del parco. «Colle Oppio non è un luogo di individualismi e carrierismo - insiste il presidente - ma il simbolo di una comunità che fa politica». Lo sfratto dei vigili è l’ultima pagina della vicenda. Adesso la comunità di destra si prepara all’ennesima battaglia, stavolta legale. Gli avvocati di Fratelli d’Italia stanno formalizzando gli atti per opporsi all’intervento del Campidoglio. Intanto si valutano gli estremi per procedere contro sindaco e comandante dei vigili per abuso d’ufficio. A mali estremi, qualcuno ha proposto persino di occupare l’immobile. «Siamo sereni ma determinatissimi - dice Mollicone - in ogni caso nessuno ci potrà togliere Colle Oppio».

domenica 26 novembre 2017

Cronache di un sabato italiano





Cronache di un sabato italiano: Sabato mattina a Via Merulana banchetto di Fratelli d'Italia-An Roma Centro a sostegno della campagna contro lo Ius soli e per la campagna Difendi Colle Oppio. Tanti a firmare e a salutarci a confermare quanto siamo sempre ben radicati nel Rione.
Tra i tanti che si avvicinano vengono due persone e ci dicono: "firmiamo solo per Colle Oppio sai noi siamo di sinistra e a favore dello ius soli ma quello che vi hanno fatto è una porcata perché siete un presidio sociale importante".
1 a 0 palla al centro.
A fianco a noi ci sono i grillini, noi non li degnamo neanche di uno sguardo e loro chiamano la Polizia. Strano concetto di democrazia, forse hanno rosicato, noi abbiamo cittadini reali loro i fantasmi odiatori del web. Concludiamo la mattinata con una bella risata alla faccia loro.
2 a 0 e tutti a casa.
#difendicolleoppio

giovedì 23 novembre 2017

Rampelli attacca la Raggi: "Giù le mani da Colle Oppio"


 da secoloditalia.it

«Non possiamo far altro che notare un astio senza precedenti da parte della sindaca Raggi nei confronti dell’opposizione». Così il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei Deputati Fabio Rampelli sulla vicenda di Colle Oppio. «Siamo amareggiati – dice Rampelli – Con i problemi drammatici che ha Roma, la giunta sembra non pensare ad altro che alla sede di Fratelli d’Italia a Colle Oppio. C’è un’attenzione morbosa… Se lo stesso impegno fosse impiegato sui roghi tossici, oggi i cittadini della periferia potrebbero respirare».

Rampelli: “Diffido il Comune dall’entrare nel mio ufficio di Colle Oppio”

Riguardo alla scelta di assegnare lo spazio alla Sovrintendenza, «questo sembra solo un tentativo di giustificare un clamoroso errore». «Peccato che noi siamo in possesso della lettera nella quale la Sovrintendenza dichiara di non avere interessi sui locali e in nessun caso esiste un progetto finanziato e puntuale di utilizzo tale da giustificare l’apposizione dei sigilli e il sequestro. 
Ma questa è materia su cui ci si confrontera’ in Tribunale, con alcuni incredibili elementi inediti che offriremo al giudizio del magistrato». «In questa storia è tutto illegale. La richiesta dei locali durante la trattativa del nuovo canone, la notifica contestuale di una nuova proposta da parte del Comune, l’esecuzione forzata dei Vigili, e molto altro… Il Campidoglio ha dimostrato di non avere conoscenza tecnica sul sito e la sede, agendo come avrebbe fatto Pol Pot». 
«Comunico comunque di aver diffidato il Comune dall’entrare nel mio ufficio territoriale dove permangono carte, elenchi, documenti parlamentari sensibili e tutelati dalla Costituzione. 
Ho chiesto da questo punto di vista alla Presidente della Camera di tutelare tutte le mie prerogative».

domenica 5 novembre 2017

Colle Oppio (di A. Pennacchi). Raggi, solo un barbaro incolto può ignorare la storia della sede del Msi-An-FdI


da barbadillo.it

Lo scrittore Antonio Pennacchi, autore del romanzo cult “Il Fasciocomunista”, ha scritto per il Fatto quotidiano un commento sull’incivile scelta della giunta Raggi di mettere i sigilli alla sede postfascista di Colle Oppio
***

I fasci stanno tutti incazzati perché la sindaca Raggi gli ha chiuso a Roma la storica sezione del Colle Oppio. Ci si erano messi dentro – in un paio di grotte ricavate da antichi ruderi abbandonati – già nel 1946, prima ancora di fondare il Msi. Anzi, si può dire che il Msi sia nato proprio lì. Ma lei adesso li ha sfrattati di notte con la forza dei vigili urbani, ha messo i sigilli e via, fuori dai piè: “Una situazione incancrenita. Non pagavano l’affitto dal 1972”. Non so se abbia anche detto affittopoli e un importante bene archeologico da restituire alla collettività. Ma certo: “Uno scandalo a cui è stato posto fine”, ha sentenziato l’assessora Castiglione. La Meloni da parte sua giura che non è vero: “L’affitto, anche se basso, lo abbiamo sempre pagato”. Ma non è questo, evidentemente, il punto.

Il punto è cosa rappresenta il Colle Oppio. Io da ragazzo chiedevo che si chiamasse così perchè ci vendevano gli oppiacei. Invece no. O meglio, sicuramente tra i prati e i cespugli del colle si sarà fatto e si farà forse tuttora – come in ogni giardino pubblico di questo mondo – anche spaccio e consumo di droga. Ma si chiamava così già dai tempi dell’Antica Roma – Mons Oppius – e Nerone ci costruì la Domus Aurea, la sua Casa d’Oro. Poi Traiano gliela sotterrò o buttò giù, e ci fece le terme sue. Col tempo sono cadute anche quelle e alla fine i fasci di Roma – tornati sconfitti dalla Rsi di Salò – nel 1946 ci si rifugiarono irriducibili per i loro primi incontri. È storia anche questa, pure se può non piacere.

Solo un barbaro incolto – senza scuola, senza storia, senza studi – può permettersi di disconoscere il ruolo fondamentale svolto dai partiti politici in questo Paese negli anni Cinquanta e Sessanta. 
Tutti i partiti, compreso il Msi, furono un primario fattore di integrazione sociale. Le sezioni erano piene di gente che discuteva e stava assieme. Ci si dilaniava, a volte, ci si scontrava. Ma tutti assieme costruirono quello straccio di democrazia che pure abbiamo e il miracolo economico e lo sviluppo di cui anche i grillini oggi vivono e godono. Un minimo di rispetto per i sentimenti e le passioni che in quei luoghi si sono dati e sedimentati, dovrebbe essere d’obbligo. A me piange il cuore ogni volta che passo per le Botteghe Oscure e le vedo vuote, senza più il Pci. Anzi, quel poco che ne rimane sta in mano a Renzi. E così per il Colle Oppio. Per quanto concerne il “bene archeologico”, non facciamo però ridere i polli. Io in quella sede – quando ero fascio – ci ho dormito una notte del 1966, a guardia con altri della sezione, da temuti attacchi comunisti; era il periodo degli incidenti all’università dopo la morte dello studente di sinistra Paolo Rossi. Poi c’ero tornato, qualche mese dopo, ad assalirla, direi, insieme ai Volontari del Msi di Alberto Rossi, detto il Bava. Quello era un partito fatto così: la dialettica interna spesso passava dalle parole ai fatti. Ma non trovammo nessuno. La sede era vuota. Aspettammo aspettammo e poi ce ne andammo. L’anno dopo invece, 1967, quelli mi hanno espulso dal partito loro e io passai a sinistra – che dovevo fare, se no, stavo senza partito? – estrema sinistra e questa storia sta tutta ne Il Fasciocomunista. Ma nella sede del Colle Oppio io giuro e rigiuro che non c’era un solo pezzo di marmo, statua, pittura o mosaico. Solo mattoni sgarrati sui muri e sulle volte, e secchi per la colla, tavoli e palanche su cui sedersi e manifesti della fiamma. Niente di più, niente d’artistico, solo – al massimo – qualche busto del Duce. Ma niente da far vedere ai turisti, se non – appunto – la storica sede del Msi. Dice: “Vabbè, ma sono antiche mura”. Ho capito, ma tutta Italia è piena di antichità, soggette poi a riuso. Pure S. Maria degli Angeli – fatti conto – sta dentro le Terme di Diocleziano (che non era poi uno tanto tenero coi cristiani). Perchè la Raggi non sgombra anche S. Maria degli Angeli? Dice: “Eh, ma lì c’è passato Michelangelo”. Embè? Pure qua c’è passato chissà quante volte Graziano Cecchini, quello del rosso a Fontan de Trevi. Dite alla Raggi – se proprio insiste – di fargli affrescare la sezione del Colle Oppio e stiamo pari. (dal Fatto quotidiano)
@barbadill

giovedì 2 novembre 2017

Colle Oppio, la Raggi, la memoria e la storia


di Giampaolo Rossi

LA COLLE OPPIO
A Roma la chiamano “la Colle Oppio”: è la più antica sede politica della Destra in Italia. È qualcosa di più di una sezione di militanti.
La Colle Oppio è un pezzo della storia politica del nostro paese, parte fondante di una memoria fatta di uomini, donne, idee, sacrifici.

Nel 1946, in quei locali che allora erano solo dei ruderi nell’area delle Terme di Traiano, trovarono rifugio i primi esuli istriani in fuga dalle persecuzioni comuniste; respinti in molte città italiane furono accolti dai giovani del Movimento Sociale Italiano che trasformarono quelle “grotte” in spazi di accoglienza.

OCCHI AZZURRI
La Colle Oppio divenne, grazie a quegli esuli, una sezione politica che ha attraversato gli anni di piombo, le bombe e gli attentati… e i morti.
Stefano Recchioni era un militante di Colle Oppio e aveva vent’anni o giù di lì, quando il proiettile di un carabiniere sparato ad altezza d’uomo, lo colpì alla testa in quella infame notte di Acca Larentia, dove brigatisti prima e forze dell’ordine poi, fecero fuori tre ragazzi del Fronte della Gioventù di Roma.

Quando Sergio Zavoli in una storica intervista chiese a Francesca Mambro la “pasionaria nera” del terrorismo di destra, perché una ragazza di buona famiglia avesse deciso di abbracciare la lotta armata, lei confessò di averlo deciso proprio quella notte ad Acca Larentia.
E poi alla domanda su quale colore le veniva in mente per ricordare gli anni di piombo, lei rispose: “l’azzurro… l’azzurro mare degli occhi del primo amico che mi è morto accanto”: parlava degli intensi occhi azzurri di Stefano Recchioni. 

Negli anni poi, “la Colle Oppio” ha trasformato il volto della Destra italiana; è stato il luogo delle avanguardie studentesche, delle esperienze editoriali eretiche, del movimentismo giovanile.

Quando Gianfranco Fini ancora rilasciava interviste sul “Fascismo del 2000″, a Colle Oppio si organizzavano gruppi di studi sulla cultura del superamento mettendo insieme Gramsci e Ezra Pound, Pasolini ed Ernst Jünger; si praticava il dialogo, si organizzavano iniziative sociali per il quartiere e la città, si scardinava il ghetto dentro il quale una Destra nostalgica e marginale si era rinchiusa per paura di sfidare la complessità del mondo.

Fabio Rampelli, oggi uno dei leader di Fratelli d’Italia, trasformò un sezione politica in uno dei più originali laboratori di metapolitica in Italia; furono i ragazzi di Colle Oppio, alla fine degli anni ‘90, ad organizzare le prime tende di solidarietà per i barboni che stazionavano nel parco; furono loro a sporcarsi le mani, a dormire in quelle tende con i diseredati, non i fighetti di sinistra.
Furono questi militanti a creare le catene di assistenza con la vicina Caritas di Don Luigi Di Liegro, che rispettava quei ragazzi e non esitava a partecipare ai loro dibattiti in sezione.

A Colle Oppio nacquero le prime associazioni di volontariato e da Colle Oppio proveniva Paolo Colli (un’anima straordinaria scomparsa prematuramente) e fondatore dell’ecologismo di destra che costrinse a spostare l’asse della sensibilità ambientalista fuori dagli schemi ideologici della sinistra.
Furono i ragazzi di Colle a organizzare le prime carovane di aiuti nella Bosnia e nel Kossovo devastati dalla guerra.

Oggi quella sezione, punto di forza del Movimento di Giorgia Meloni, è uno dei pochi presidi di presenza sociale per le famiglie di un quartiere degradato e abbandonato a se stesso dove immigrati e clandestini bivaccano in una delle aree archeologiche più belle del mondo, di fronte al Colosseo.

“TORNIAMO SUBITO”
La sindaca Raggi ha fatto mettere i sigilli alla storica sezione senza alcun rispetto per ciò che essa rappresenta; di notte, come i fantasmi, un gruppo di Vigili inviati dalla “inverosimile sindaca”, hanno chiuso questo pezzo di storia. Senza neppure notificare prima l’atto.
Il motivo: “non pagherebbero l’affitto dal 1976″; cosa non vera perché la situazione è stata sanata e in questi giorni gli uffici del Comune stavano trattando il nuovo contratto di locazione.

Tutto questo in una città dove ci sono oltre 100 palazzi occupati illegalmente (non due locali di un rudere ma interi immobili).
Dove in ogni quartiere stanno sorgendo moschee abusive e centri islamici clandestini.
Dove sono decine i Centri Sociali occupati dalla sinistra estrema e trasformati (fuori da ogni legge e controllo da parte della Raggi) in attività commerciali e locali notturni.
Dove sorgono come funghi baraccopoli sugli argini del Tevere o Campi Rom abusivi.

La Raggi ha fatto, con un gesto arbitrario, quello che non sono riuscite a fare le Brigate Rosse, né hanno mai pensato di fare i sindaci comunisti rispettosi comunque di un pezzo di memoria della città.
La Storia di Colle Oppio è così grande che non può essere compresa da un minuscolo sindaco privo di cultura politica e corpo estraneo a questa città.

I ragazzi di Colle Oppio hanno affisso un cartello sulla porta della loro sezione: “Torniamo Subito!”
Ne siamo sicuri; non appena questa gang di marziani catapultata in Campidoglio da un singhiozzo della storia sarà rispedita nei bassifondi di quell’anti-politica da cabaret che li ha generati.

Sigilli alla sede storica del Msi: mossa a orologeria della Raggi


da ilgiornale.it

“Colle Oppio non è morosa”. Ma tutto può succedere in una città governata da un’amministrazione nella quale la mano destra non sa cosa fa la sinistra. 

Si difende Federico Mollicone, presidente del “Circolo FdI - An Istria e Dalmazia” di via delle Terme di Traiano, parlando di “sgombero ad orologeria, messo a segno per interferire con il voto di Ostia”.

Stamattina, alle prime luci dell’alba, la macchina comunale si è mossa. Senza preavviso. Secondo il sindaco di Roma, Virginia Raggi, in nome del “ripristino della legalità”. “Un’affermazione grottesca”, ribatte Mollicone sentito da IlGiornale.it, “la nostra presenza è sempre stata un deterrente allo spaccio, alla criminalità e al degrado del territorio. Bisognerebbe scrivere pagine e pagine sul ruolo che, in questi anni, ha avuto Colle Oppio, diventando il punto di riferimento per un intero rione, l’Esquilino”. Ed ancora: “Perché la Raggi tollera centinaia di occupazioni illegali da parte dei centri sociali, centinaia di moschee abusive e colpisce la prima sede del Msi in Italia?”.
Anche l’accusa di morosità viene respinta al mittente. “Il sindaco non sa neppure comunicare con i suoi uffici, prima di fare proclami trionfalistici dovrebbe informarsi”. La morosità, sostengono da via delle Terme di Traiano, “è una bufala”. I canoni dovuti sarebbero stati pagati circa un anno e mezzo fa ed il nuovo contratto di locazione era in fase di definizione. Insomma, un passo falso. Ma soprattutto, “un oltraggio alla storia della destra italiana”. Proprio quel rudere, infatti, è stato strappato all’abbandono e all’incuria nel lontano 1946 dagli esuli giuliano dalmati in fuga dalle purghe di Tito. 

È il primo circolo del Movimento Sociale ad alzare la saracinesca. Attraversa tutte le stagioni politiche, anche gli anni più bui, quelli di piombo, senza mai rinunciare al ruolo di cinghia di trasmissione tra il territorio e il “palazzo”. “Settant’anni di storia d’Italia spazzati via da un mero calcolo politico”, secondo Mollicone. A pochi giorni dal voto di Ostia dove, al ballottaggio, sembrano destinate a scontrarsi la pentastellata Di Pillo e la meloniana Picca. “Ma non finisce qui”. Colle Oppio non si sbottona ma promette battaglia. “Abbiamo resistito alle bombe e alle Brigate Rosse, non ci lasciamo certo intimidire da un sindaco che non sa rispettare la storia della sua città”.

Elena Barlozzari 

giovedì 4 febbraio 2016

Nessuno scherzi.



NESSUNO SCHERZI.

Estranei ad affittopoli.
Sede è dedicata agli esuli ed è patrimonio della destra italiana.
Nessuno scherzi sugli immobili occupati o concessi a canoni irrisori a partiti o associazioni.
Noi siamo estranei.

I partiti della prima Repubblica Pci - Dc - Psi - Ori - Psdi ed il loro attuale erede, il PD, hanno beneficiato per settant'anni di oltre diecimila locali pubblici ubicati in tutte le città italiane di proprietà di comuni, province, regioni, enti pubblici, per un valore complessivo pari a miliardi di euro.
La cosa clamorosa è che il circuito mediatico, maldestramente orientato dal PD, per nascondere la vergogna di affittopoli, mette all'indice un ex orinatoio collocato tra i ruderi del parco di Colle Oppio che nel 1946 fu ricovero di famiglie istriane, giuliano, dalmate che lì si trovavano per mantenere legami con le proprie radici culturali.

Infatti quel circolo, poi divenuto sede dell' MSI, conserva ancora oggi il titolo di "Istria e Dalmazia".
Un luogo d'incontro, ricreazione, impegno sociale sempre attivo, visitato da famiglie, bambini, anziani e da decine di personalità tra cui ricordiamo l'attuale vicepresidente della Camera Roberto Giachetti, l'ex presidente della provincia di Roma Enrico Gasbarra e l'indimenticato monsignor Luigi Di Liegro.

Noi abbiamo chiesto al Comune in passato che fossero valutate le condizioni d'uso di Colle Oppio, migliorate radicalmente grazie alla manutenzione effettuata nei primi decenni, per rinnovare il contratto, senza avere alcuna risposta.

E restiamo tutt'ora pronti a discutere purchè si considerino i locali per quello che sono stati: un rudere scoperchiato ed inagibile che, senza l'uso di questi decenni sarebbe stato, nella migliore delle ipotesi, un dormitorio per sbandati.
Nessuna relazione di alcun tipo con lo scandalo pluridecennale di affittopoli.

Nessuno scherzi.

venerdì 20 novembre 2015

Municipio, Tozzi (FDI - AN): "No alla chiusura del mercato di Via Sommelier"


Omniroma-MUNICIPIO, TOZZI (FDI-AN): “NO ALLA CHIUSURA DEL MERCATO DI VIA SOMMELIER”

(OMNIROMA) Roma, 19 NOV - “Approvata oggi una risoluzione dal Consiglio del I Municipio affinché venga scongiurata la chiusura del mercato di Via Sommelier. Una richiesta sciagurata della soprintendenza di Stato che a nostro avviso è andata assolutamente oltre le sue competenze entrando nel merito di argomenti squisitamente di competenza municipale. 

Come Fdi riteniamo di aver dato voce alle istanze dei residenti dell'Esquilino che più volte, in tante assemblee pubbliche, ci chiedevano di non far chiudere questo presidio commerciale e sociale presente sul territorio da oltre 80 anni. La giunta Municipale ora ha uno strumento in più fornito dal Consiglio per opporsi a questa assurda decisione. Una scelta grave che grazie anche all’iniziativa di Fdi, e al nostro senso di responsabilità nel creare un atto il più ampiamente condiviso da tutte le forze politiche del municipio, auspichiamo si riesca ad arginare. Registriamo l'astensione del M5S che non ha voluto aderire, mentre Fdi si conferma l’unica forza politica all’opposizione, responsabile e costruttiva”.
 
E’ quanto dichiara, in una nota, Stefano Tozzi, capogruppo di Fdi-An nel I Municipio.

domenica 12 ottobre 2014

No al Parco dormitorio!



Ieri pomeriggio abbiamo pulito il Parco del Colle Oppio e svolto un volantinaggio per la riqualificazione del parco, chiedendo alle istituzioni capitoline e municipali maggiore sicurezza e maggior decoro!


Da qualche mese a questa parte il Parco del Colle Oppio, uno dei più belli di Roma, vetrina della Capitale per milioni di turisti, è diventato nuovamente una tendopoli dove centinaia di immigrati dormono e bivaccano. Siamo al paradosso che a 100 metri di distanza si parla di valorizzazione dei Fori mentre nel Parco ci sono problemi di igiene e di sicurezza, che trasformano il centro di Roma in una città del terzo mondo, a cui si aggiunge anche la preoccupazione per le precarie condizioni di queste persone, che sono costrette a dormire per terra e con l’arrivo dell’inverno saranno costrette a scaldarsi con qualche rimedio di fortuna. E’ una situazione non più tollerabile, quanto sta accadendo nella nostra città, e in particolare in questo storico Rione, ci preoccupa fortemente. C’è grande allarme soprattutto tra i cittadini che pagano gli errori del centrosinistra sulle politiche della sicurezza e sull’immigrazione selvaggia, sono ormai quotidiane le notizie di scippi, spaccio di droga e risse che avvengono all’ Esquilino e in particolare nel parco di Colle Oppio.                                        

NO AL PARCO DORMITORIO!

mercoledì 25 giugno 2014

Municipio I, cittadini contestano Marino: "Basta con le favole"


da romait.it

Lo dico al sindaco'. È questo il nome dell’iniziativa che prende il via oggi: un camper che girerà per i Municipi di Roma, con il fine di ascoltare i romani e le romane. Appare entusiasta il sindaco Marino nell’annunciare, sul suo profilo Facebook, la partenza del camper da via Guglielmo Pepe, nel Municipio I.

Duro, invece, il giudizio di Stefano Tozzi, capogruppo di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale in Municipio I, il quale dichiara che “mentre il sindaco Marino si esibisce dal suo camper nell’ennesimo spot propagandistico davanti ai giornalisti all’Esquilino per chiedere cosa non funziona nel quartiere, i residenti continuano a vivere nel degrado e nell’incuria”.

Secondo quanto riferisce Tozzi, infatti, “da anni i cittadini dello storico rione aspettano che i progetti di riqualificazione già finanziati dal centrodestra di piazza Vittorio vengano realizzatii. Dopo lo stanziamento straordinario di 2 milioni di euro da parte dell’allora assessore ai Lavori Pubblici di Roma Capitale Fabrizio Ghera, predisposto e condiviso insieme a tutte le realtà territoriali, comitati le associazioni e comitati di quartiere, il progetto di riqualificazione sta marcendo nei cassetti delle stanze del Campidoglio per colpa dell’inerzia del sindaco e della sua Giunta”.

“Il primo lotto – continua Tozzi – quello esterno, come promesso era già partito e tutti i cittadini aspettavano l’inizio dei lavori ma ancora non si è visto niente. Nel frattempo la piazza affoga in un degrado sconfortante dove insieme alla mancata riqualificazione del verde abbiamo una situazione di degrado assoluto con bivacchi ormai fuori controllo”.

A fronte di tutti questi motivi, il capogruppo in Municipio Tozzi, altri esponenti di FdI-An del Municipio I e alcuni cittadini residenti hanno regalato al sindaco il Libro delle Favole di Esopo, “per ricordare al sindaco che i cittadini dell'Esquilino vogliono i fatti concreti e non la propaganda”. 

domenica 15 giugno 2014

La destra di Colle Oppio ha una grande storia, il “futurista” Raisi cominci a impararla


da secoloditalia.it
Solitamente tendo a ignorare le tante dichiarazioni senza senso che si leggono nelle interviste di taluni personaggi, soprattutto se peccano di velleitarismo e monotonia, ma l’ennesimo attacco di un ex appartenente parlamentare di Futuro e Libertà a Colle Oppio e, indirettamente, alla mia persona, merita stavolta una reazione. Di Colle Oppio si può dire tutto il male possibile per ciò che ha fatto e rappresentato, ma non per le fantasie di un Enzo Raisi qualunque.
Colle Oppio non è stata una sezione romana del Msi, ma un vero e proprio laboratorio politico, culturale e antropologico per la destra italiana che ha portato in dote spigolature non conformiste di assoluta avanguardia:   ha sfidato i divieti del Msi di Fini e ospitato al suo interno un’assemblea antirazzista (non autorizzata dal partito di allora) alla quale prese parte l’indimenticato monsignor Luigi Di Liegro; ha difeso il centro di accoglienza per i malati di Aids in un quartiere-bene della Capitale dagli assalti violenti di taluni personaggi vetero-missini; ha condotto una decennale battaglia culturale contro la colonizzazione americana dell’Italia, fatta di modelli distanti anni luce dalle nostre tradizioni, ma anche di dominazione geopolitica; ha aperto un dialogo vero (non declamato) con la sinistra per chiudere gli anni di piombo e superare le contrapposizioni ideologiche, recitando un ruolo determinante per interrompere la spirale di violenza che stava per inghiottire i giovani dopo l’omicidio di Paolo Di Nella; ha fondato l’ambientalismo a destra e fermato la speculazione edilizia, salvando un bene mondiale come il Parco dell’Appia antica dal cemento e dagli affari, sconfiggendo anche la finta opposizione di qualche consigliere comunale di An dell’epoca.
E ancora: ha contrastato gli inceneritori, tanto cari all’avvocato Manlio Cerroni con cui si fregia di non avere mai avuto rapporti, diversamente dall’intero arco dei leader e dei partiti italiani, con lo scopo di dare un profilo industriale alla battaglia per i rifiuti zero, al riparo dalle promiscuità; ha studiato modelli di trasformazione del territorio chiamando a raccolta urbanisti del calibro di Krier, Culot, Tagliaventi, Salingaros, Mazzola per salvaguardare un’ecosostenibilità rispettosa delle identità; ha contribuito alla nascita di mille forme di volontariato attivo, dalle tossicodipendenze ai minori abbandonati, dalla cooperazione internazionale agli anziani e agli indigenti; ha ripudiato le leggi razziali del fascismo dieci anni prima che lo facesse Fini, ha invocato la destra a emanciparsi dal ventennio quando Fini dichiarava Mussolini “il più grande statista del secolo”, ha occupato l’Università di Roma negli anni della “Pantera” quando Fini era ancora tentato dalla “soluzione Caradonna” che mise fine al ’68 di destra. Ci dovrebbe ancora essere spazio per citare l’iniziativa culturale su Pierpaolo Pasolini, quella su Evola e Marcuse, quella su Nietzsche, Freud, Marx e la filosofia del martello, per non parlare degli esperimenti editoriali, da Morbillo a La Sfida, fino alla nuova veste di Area. Colle Oppio ha avuto, piaccia o meno a Raisi, un ruolo importante nell’elaborazione di una nuova destra post moderna e post ideologica, mai chiusa e mai prevedibile, non ha peccato di egoismo ed è stata sempre la casa accogliente per tutti, una specie di mondo sommerso che, come un fiume carsico, riappare all’improvviso sotto forma di mille rivoli d’acqua. Tanta gente c’è stata e, anche se ha cambiato strada, ne riconosce il desiderio di movimentismo e trasparenza.
Di Fratelli d’Italia, infine, si può non condividere nulla, si può contrastare con argomenti politici una linea non condivisa, ma sostenere che sia privo di un chiaro progetto è semplicemente una falsità, una disonestà intellettuale. Ricordo che per primo il partito fondato da Giorgia Meloni ha avuto il merito e la lungimiranza di decretare chiusa l’esperienza del Pdl, ben prima dell’uscita di Alfano e della rinascita fuori tempo massimo di Forza Italia 2.0. L’attacco alle poltrone, infine, si commenta da solo. Ai più distratti faccio notare che Ignazio La Russa è stato ministro della Difesa con il governo Berlusconi e non aveva certo necessità di fondare un partito nuovo, un autentico salto nel buio, per conservare un ruolo di prima fila. Semmai è vero il contrario. Lo stesso per Giorgia Meloni, che è stata  vicepresidente della Camera e ministro della Gioventù, se si fosse accucciata all’ombra del cavaliere e magari, dopo, di Alfano, probabilmente oggi sarebbe al governo. E che dire dell’amico Guido Crosetto, che ha pagato la sua coerenza e il suo coraggio restando fuori dal Parlamento?

mercoledì 21 maggio 2014

Sos decoro

Roma è abbandonata al degrado più totale, l' Esquilino sono mesi che aspetta che l'attuale amministrazione avvii un progetto di riqualificazione per Piazza Vittorio che versa in condizioni disastrose. Difronte all' incapacità del sindaco Marino venerdì scendiamo in Piazza insieme ai cittadini per restituire a una delle piazze più belle di Roma una dignità.

lunedì 19 maggio 2014

Zona a Reddito Limitato


Omniroma-ZTL, TOZZI (FDI-AN): "ROMANI BEFFATI, DIMINUZIONI TARIFFE SONO FARSA"

(OMNIROMA) Roma, 08 MAG - "Se da una parte la giunta Marino ha deciso di rivedere i rincari per la ztl, a seguito delle proteste dei cittadini e delle mozioni congiunte presentate in I Municipio su proposta di Fratelli d'Italia, le diminuzioni delle tariffe per i residenti del centro storico sono state accolte solo per Testaccio e San Lorenzo, mentre per gli altri rioni si continuerà a pagare 1036 euro". Lo dichiara in una nota il capogruppo di FdI-An in I Municipio, Stefano Tozzi.
"Una vera e propria beffa per i cittadini del centro che, insieme a noi - aggiunge - erano stati rassicurati sulla volontà di abbassare tutte le tariffe. L'amministrazione capitolina adegui le tariffe anche per quanto riguarda gli altri varchi, è assurdo che Marino faccia cassa sulla pelle dei cittadini".