giovedì 2 novembre 2017

Colle Oppio, la Raggi, la memoria e la storia


di Giampaolo Rossi

LA COLLE OPPIO
A Roma la chiamano “la Colle Oppio”: è la più antica sede politica della Destra in Italia. È qualcosa di più di una sezione di militanti.
La Colle Oppio è un pezzo della storia politica del nostro paese, parte fondante di una memoria fatta di uomini, donne, idee, sacrifici.

Nel 1946, in quei locali che allora erano solo dei ruderi nell’area delle Terme di Traiano, trovarono rifugio i primi esuli istriani in fuga dalle persecuzioni comuniste; respinti in molte città italiane furono accolti dai giovani del Movimento Sociale Italiano che trasformarono quelle “grotte” in spazi di accoglienza.

OCCHI AZZURRI
La Colle Oppio divenne, grazie a quegli esuli, una sezione politica che ha attraversato gli anni di piombo, le bombe e gli attentati… e i morti.
Stefano Recchioni era un militante di Colle Oppio e aveva vent’anni o giù di lì, quando il proiettile di un carabiniere sparato ad altezza d’uomo, lo colpì alla testa in quella infame notte di Acca Larentia, dove brigatisti prima e forze dell’ordine poi, fecero fuori tre ragazzi del Fronte della Gioventù di Roma.

Quando Sergio Zavoli in una storica intervista chiese a Francesca Mambro la “pasionaria nera” del terrorismo di destra, perché una ragazza di buona famiglia avesse deciso di abbracciare la lotta armata, lei confessò di averlo deciso proprio quella notte ad Acca Larentia.
E poi alla domanda su quale colore le veniva in mente per ricordare gli anni di piombo, lei rispose: “l’azzurro… l’azzurro mare degli occhi del primo amico che mi è morto accanto”: parlava degli intensi occhi azzurri di Stefano Recchioni. 

Negli anni poi, “la Colle Oppio” ha trasformato il volto della Destra italiana; è stato il luogo delle avanguardie studentesche, delle esperienze editoriali eretiche, del movimentismo giovanile.

Quando Gianfranco Fini ancora rilasciava interviste sul “Fascismo del 2000″, a Colle Oppio si organizzavano gruppi di studi sulla cultura del superamento mettendo insieme Gramsci e Ezra Pound, Pasolini ed Ernst Jünger; si praticava il dialogo, si organizzavano iniziative sociali per il quartiere e la città, si scardinava il ghetto dentro il quale una Destra nostalgica e marginale si era rinchiusa per paura di sfidare la complessità del mondo.

Fabio Rampelli, oggi uno dei leader di Fratelli d’Italia, trasformò un sezione politica in uno dei più originali laboratori di metapolitica in Italia; furono i ragazzi di Colle Oppio, alla fine degli anni ‘90, ad organizzare le prime tende di solidarietà per i barboni che stazionavano nel parco; furono loro a sporcarsi le mani, a dormire in quelle tende con i diseredati, non i fighetti di sinistra.
Furono questi militanti a creare le catene di assistenza con la vicina Caritas di Don Luigi Di Liegro, che rispettava quei ragazzi e non esitava a partecipare ai loro dibattiti in sezione.

A Colle Oppio nacquero le prime associazioni di volontariato e da Colle Oppio proveniva Paolo Colli (un’anima straordinaria scomparsa prematuramente) e fondatore dell’ecologismo di destra che costrinse a spostare l’asse della sensibilità ambientalista fuori dagli schemi ideologici della sinistra.
Furono i ragazzi di Colle a organizzare le prime carovane di aiuti nella Bosnia e nel Kossovo devastati dalla guerra.

Oggi quella sezione, punto di forza del Movimento di Giorgia Meloni, è uno dei pochi presidi di presenza sociale per le famiglie di un quartiere degradato e abbandonato a se stesso dove immigrati e clandestini bivaccano in una delle aree archeologiche più belle del mondo, di fronte al Colosseo.

“TORNIAMO SUBITO”
La sindaca Raggi ha fatto mettere i sigilli alla storica sezione senza alcun rispetto per ciò che essa rappresenta; di notte, come i fantasmi, un gruppo di Vigili inviati dalla “inverosimile sindaca”, hanno chiuso questo pezzo di storia. Senza neppure notificare prima l’atto.
Il motivo: “non pagherebbero l’affitto dal 1976″; cosa non vera perché la situazione è stata sanata e in questi giorni gli uffici del Comune stavano trattando il nuovo contratto di locazione.

Tutto questo in una città dove ci sono oltre 100 palazzi occupati illegalmente (non due locali di un rudere ma interi immobili).
Dove in ogni quartiere stanno sorgendo moschee abusive e centri islamici clandestini.
Dove sono decine i Centri Sociali occupati dalla sinistra estrema e trasformati (fuori da ogni legge e controllo da parte della Raggi) in attività commerciali e locali notturni.
Dove sorgono come funghi baraccopoli sugli argini del Tevere o Campi Rom abusivi.

La Raggi ha fatto, con un gesto arbitrario, quello che non sono riuscite a fare le Brigate Rosse, né hanno mai pensato di fare i sindaci comunisti rispettosi comunque di un pezzo di memoria della città.
La Storia di Colle Oppio è così grande che non può essere compresa da un minuscolo sindaco privo di cultura politica e corpo estraneo a questa città.

I ragazzi di Colle Oppio hanno affisso un cartello sulla porta della loro sezione: “Torniamo Subito!”
Ne siamo sicuri; non appena questa gang di marziani catapultata in Campidoglio da un singhiozzo della storia sarà rispedita nei bassifondi di quell’anti-politica da cabaret che li ha generati.