da barbadillo.it
Lo scrittore Antonio Pennacchi,
autore del romanzo cult “Il Fasciocomunista”, ha scritto per il Fatto
quotidiano un commento sull’incivile scelta della giunta Raggi di
mettere i sigilli alla sede postfascista di Colle Oppio
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I fasci stanno tutti incazzati perché la
sindaca Raggi gli ha chiuso a Roma la storica sezione del Colle Oppio.
Ci si erano messi dentro – in un paio di grotte ricavate da antichi
ruderi abbandonati – già nel 1946, prima ancora di fondare il Msi. Anzi,
si può dire che il Msi sia nato proprio lì. Ma lei adesso li ha
sfrattati di notte con la forza dei vigili urbani, ha messo i sigilli e
via, fuori dai piè: “Una situazione incancrenita. Non pagavano l’affitto
dal 1972”. Non so se abbia anche detto affittopoli e un importante bene
archeologico da restituire alla collettività. Ma certo: “Uno scandalo a
cui è stato posto fine”, ha sentenziato l’assessora Castiglione. La
Meloni da parte sua giura che non è vero: “L’affitto, anche se basso, lo
abbiamo sempre pagato”. Ma non è questo, evidentemente, il punto.
Il punto è cosa rappresenta il Colle Oppio. Io da ragazzo chiedevo che si chiamasse così perchè ci vendevano gli oppiacei.
Invece no. O meglio, sicuramente tra i prati e i cespugli del colle si
sarà fatto e si farà forse tuttora – come in ogni giardino pubblico di
questo mondo – anche spaccio e consumo di droga. Ma si chiamava così già
dai tempi dell’Antica Roma – Mons Oppius – e Nerone ci costruì la Domus
Aurea, la sua Casa d’Oro. Poi Traiano gliela sotterrò o buttò giù, e ci
fece le terme sue. Col tempo sono cadute anche quelle e alla fine i
fasci di Roma – tornati sconfitti dalla Rsi di Salò – nel 1946 ci si
rifugiarono irriducibili per i loro primi incontri. È storia anche
questa, pure se può non piacere.
Solo un barbaro incolto –
senza scuola, senza storia, senza studi – può permettersi di
disconoscere il ruolo fondamentale svolto dai partiti politici in questo
Paese negli anni Cinquanta e Sessanta.
Tutti i partiti,
compreso il Msi, furono un primario fattore di integrazione sociale. Le
sezioni erano piene di gente che discuteva e stava assieme. Ci si
dilaniava, a volte, ci si scontrava. Ma tutti assieme costruirono quello
straccio di democrazia che pure abbiamo e il miracolo economico e lo
sviluppo di cui anche i grillini oggi vivono e godono. Un minimo di
rispetto per i sentimenti e le passioni che in quei luoghi si sono dati e
sedimentati, dovrebbe essere d’obbligo. A me piange il cuore ogni volta
che passo per le Botteghe Oscure e le vedo vuote, senza più il Pci.
Anzi, quel poco che ne rimane sta in mano a Renzi. E così per il Colle
Oppio. Per quanto concerne il “bene archeologico”, non facciamo però
ridere i polli. Io in quella sede – quando ero fascio – ci ho dormito
una notte del 1966, a guardia con altri della sezione, da temuti
attacchi comunisti; era il periodo degli incidenti all’università dopo
la morte dello studente di sinistra Paolo Rossi. Poi c’ero tornato,
qualche mese dopo, ad assalirla, direi, insieme ai Volontari del Msi di
Alberto Rossi, detto il Bava. Quello era un partito fatto così: la
dialettica interna spesso passava dalle parole ai fatti. Ma non trovammo
nessuno. La sede era vuota. Aspettammo aspettammo e poi ce ne andammo.
L’anno dopo invece, 1967, quelli mi hanno espulso dal partito loro e io
passai a sinistra – che dovevo fare, se no, stavo senza partito? –
estrema sinistra e questa storia sta tutta ne Il Fasciocomunista. Ma
nella sede del Colle Oppio io giuro e rigiuro che non c’era un solo
pezzo di marmo, statua, pittura o mosaico. Solo mattoni sgarrati sui
muri e sulle volte, e secchi per la colla, tavoli e palanche su cui
sedersi e manifesti della fiamma. Niente di più, niente d’artistico,
solo – al massimo – qualche busto del Duce. Ma niente da far vedere ai
turisti, se non – appunto – la storica sede del Msi. Dice: “Vabbè, ma
sono antiche mura”. Ho capito, ma tutta Italia è piena di antichità,
soggette poi a riuso. Pure S. Maria degli Angeli – fatti conto – sta
dentro le Terme di Diocleziano (che non era poi uno tanto tenero coi
cristiani). Perchè la Raggi non sgombra anche S. Maria degli Angeli?
Dice: “Eh, ma lì c’è passato Michelangelo”. Embè? Pure qua c’è passato
chissà quante volte Graziano Cecchini, quello del rosso a Fontan de
Trevi. Dite alla Raggi – se proprio insiste – di fargli affrescare la
sezione del Colle Oppio e stiamo pari. (dal Fatto quotidiano)
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