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domenica 17 dicembre 2017

Il murales per Zicchieri torna al suo posto, la sorella: "Sono commossa"


da ilgiornale.it / di Elenz Barlozzari  

La scritta "sbianchettata" una settimana fa dagli operatori dell’Ama è tornata al suo posto. 
La sorella di Zicchieri è commossa. 

Sono le 19 passate da qualche minuto e il telefono di Barbara Zicchieri emette un suono. 

Le è appena arrivata una foto via WhatsApp: nero su bianco, sul muro di via Gattamelata, si legge “Mario Vive”. La scritta “sbianchettata” nemmeno una settimana fa dagli operatori dell’Ama è tornata al suo posto. Grazie a qualcuno che non si è firmato ma, evidentemente, ha molto a cuore il ricordo di suo fratello. Mario Zicchieri, alias “Cremino”, 17 anni ancora da compiere quando viene freddato a due passi dalla “sua” sezione, quella del Msi del Prenestino. Era un pomeriggio di fine ottobre di quarantadue anni fa. Da allora, sul luogo dell’omicidio, c’è scritto che Mario, per chi lo ama, non è mai morto.

Quando il decoro urbano ha passato un colpo di spugna su quella parete, per Barbara è stato uno choc. Aveva preso carta e penna, e aveva scritto una lettera aperta al sindaco di Roma Virginia Raggi. “Lei che ha la responsabilità di rappresentare Roma” dovrebbe “tener conto della storia”. Anche quella di Mario, “brutalmente assassinato dalle Brigate Rosse”. “Mio fratello – scrive Barbara – è una vittima di Stato” e “l’oltraggio di cancellarne la memoria, mi consenta, è un’offesa allo Stato”. Nessuna risposta.

La foto del “nuovo” murales di Mario rimbalza sui social già dalla prima mattinata di ieri, l’hanno pubblicata i ragazzi della sezione di Fratelli d’Italia di Colle Oppio (chiusa per ordine della stessa amministrazione che poi ha cancellato il ricordo di Zicchieri) e il deputato Fabio Rampelli l’ha rilanciata. A Barbara viene comunicato solo in serata, lo ha scoperto da pochi minuti quando ci risponde al telefono. È un fiume in piena. “Mi sono commossa, ho pianto ti giuro ho pianto, ero sicura che sarebbe stata ripristinata, non ne avevo avuto dubbi”, racconta. “In questo momento non riesco a dire di più, è un sentimento che va oltre le parole, è come se lì ci fosse ancora Mario, gli altri non possono capire, rivederla è stato come rivedere lui, senza non è la stessa cosa”.

Il primo pensiero è quello di avvisare la signora Maria Lidia, che oggi ha ottant’anni e ancora non si dà pace per quello che è successo a Mario. “Mia mamma – commenta – ancora non lo sa, appena glielo dico sarà felicissima”. Ed il secondo va a chi ha rifatto il murales: “Mi rendo conto che è stato un bel rischio, dirgli grazie è poco, ci hanno resi felici, può sembrare niente ma per noi è tanto”. Passata l’euforia, una domanda ricomincia a fare capolino, è sempre la stessa da giorni: “Perché – si chiede Barbara – proprio quella scritta? Sui muri c’è scritto di tutto e di più, io attendo ancora una risposta dalla Raggi, perché proprio la scritta di Mario?”. Alla famiglia Zicchieri, a Barbara, a Maria Lidia e agli altri parenti che da quasi mezzo secolo s’interrogano sulla verità di quel 29 ottobre di tanti anni fa, almeno questa risposta andrebbe data.

mercoledì 13 dicembre 2017

Lettera alla Raggi: “Lei ha oltraggiato la memoria di mio fratello Mario Zicchieri”



da secoloditalia.it
 
È una vera e propria denuncia al sindaco di Roma, Virginia Raggi, responsabile di un’ennesima offesa alla città. Un’offesa inaccettabile: la rimozione a opera del murale dedicato a Mario Zicchieri, per tutti Cremino, il giovane missino appena sedicenne che fu freddato da un commando di brigatisti rossi il 29 otttobre 1975 a via Gattamelata nel popolare quartiere Prenestino a Roma. A firmarlo è la sorella di Mario, Barbara Zicchieri

“Lei oggi a Roma, grazie al voto dei cittadini Romani, ha il mandato di sindaco e la responsabilità di rappresentare la nostra amata Città Eterna.

La mia città, la nostra città è certamente molto complessa, e so bene la grande complessità che si deve affrontare per gestirla. Comprendo pure la Sua difficoltà nello svolgere il ruolo che ha, e spero che lei abbia compreso che questa città è il risultato di oltre 2.500 anni di sistemi, di eventi di personaggi, che l’hanno fatta crescere nel corso della sua gloriosa Storia.

Lei oggi, ne sono certa, nella gestione di questo sistema estremamente complesso deve tenere sempre e primariamente conto proprio della Storia! Anzi .. Non può non tenerne conto!

Ma così non sembra… Lei è nata a Roma, ma solo nel 1978!

Lei probabilmente a scuola ha studiato, certamente con impegno e solerzia, la Storia di Roma, ma credo che la storia recente (e per intenderci quella degli anni ’70 – ’80) forse le sfugge..!

Ma posso permettermi di rammentargliela. Nel 1975 (e lei ancora non era nata) un ragazzo di 16 anni, impegnato politicamente (il colore politico non conta) lottava per ottenere l’illuminazione pubblica nel suo quartiere (il Prenestino). E solo perché era un ragazzo di destra veniva brutalmente assassinato dalle Brigate Rosse. (sono certa che Lei ha sentito parlare delle BR, le stesse che nell’anno in cui Lei nasceva assassinavano l’onorevole Aldo Moro).

Il vuoto lasciato da quel ragazzo di 16 anni, nel cuore della sua Mamma, dei famigliari, è rimasto incolmabile, ed ancora oggi senza una verità.. E ugualmente incolmabile è, ancora oggi, quel vuoto, sebbene trascorsi 42 anni, nel cuore di chi come lui continua ad amare il proprio quartiere e che ha eletto, quella Vittima innocente (perché a 16 anni si è innocenti), quale simbolo con cui identificarsi nel proprio quartiere. E ciò a prescindere dal “credo politico”.

Il sacrificio di Mario Zicchieri (nella storia del suo Quartiere, nella sua Città di Roma, nella nostra Italia) non potrà mai essere dimenticato, semplicemente cancellando un murale. La memoria di quel ragazzo di 16 anni, continuerà a vivere nei cuori di chi l’ha conosciuto, e di chi ne conosce la Storia!

Mio fratello è stato una “Vittima di Stato”, ma questo forse Lei lo sapeva già. E l’oltraggio di cancellarne la memoria, mi consenta,  è un’offesa allo Stato, quello Stato cui Mario ha donato il sangue!

Barbara Zicchieri

lunedì 11 dicembre 2017

L'oltraggio al caduto missino: la Raggi fa cancellare il murales


da ilgiornale.it / di francesco boezi

Il murale per Mario Zicchieri non c'è più. "Cremino", così come era stato soprannominato, era un militante della sezione missina del Prenestino. 

Venne ucciso da un commando giudicato vicino alle Brigate Rosse il 29 ottobre del 1975, a soli sedici anni. Nella giornata di ieri, gli addetti dell'Ama per il decoro urbano della città di Roma Capitale hanno cancellato la scritta "Mario Vive" dalla facciata del palazzo che ospitava la storica sezione del Movimento Sociale Italiano. Un murale presente nel quartiere da un quarantennio che aveva resistito ai tanti tentativi di "sbianchettamento" operati da certa sinistra nel corso degli anni. Ma quale collegamento c'è tra la rimozione della scritta e l'operato di Virginia Raggi? Secondo i dirigenti di Fratelli d'Italia, la responsabilità è tutta del sindaco di Roma. Senza l' approvazione dell'amministrazione comunale - insomma - la cancellazione non sarebbe stata possibile.

Dopo lo "sfratto" dalla sezione di Colle Oppio, questo sarebbe un altro colpo inferto dalla Raggi alla destra romana. "Virginia Raggi, sprovveduta, ignorante o alla ricerca del voto dell’estrema sinistra? In ogni caso è penoso rimuovere il ricordo di un ragazzo ucciso, a 16 anni, dalle Brigate Rosse", ha scritto su facebook Fabio Rampelli, Capogruppo alla Camera di Fratelli d'Italia. Gli fa eco Maurizio Politi, consigliere comunale di Fdi a Roma che a Il Giornale.it ha dichiarato: "Nessun sindaco si era mai permesso di offendere in questo modo la memoria di un ragazzo. Cinque anni fa - sottolinea Politi - grazie all'approvazione all'unanimità del consiglio municipale, dedicammo a Mario anche il giardino su Piazza dei Condottieri". E ancora: "Riconsegnammo alla storia uno dei periodi più brutti della nostra città e mai ci saremmo aspettati che una forza politica come il M5S distruggesse questo percorso". Il partito guidato da Giorgia Meloni ha annunciato la presentazione di un'interrogazione scritta alla Raggi.

I colpevoli della morte di Mario Zicchieri sono rimasti impuniti. Alcuni brigatisti "indicati come coinvolti" nell'episodio sono stati assolti in appello. Il sindaco Raggi ha più volte espresso la propria soddisfazione per la riqualificazione dei quartieri romani tramite la street art. I giardini sul tetto della stazione Jonio sono stati arricchiti con murales sul film "Ladri di biciclette". E sempre il sindaco di Roma ha incontrato "Maupul", lo street artist che ha raffigurato Papa Francesco intento a giocare a tris sul muro di un palazzo a Borgo Pio. I murales - insomma - come forma artistica in grado di migliorare le zone di Roma. Tranne nel caso di Mario Zicchieri: in questa circostanza l'amministrazione grillina pare abbia preferito usare il bianchetto. La motivazione dell'intervento, forse, è ascrivibile alla presenza di una croce celtica posta di fianco al nome del caduto. La destra romana, intanto, sembra intenzionata a voler riprodurre la scritta.