giovedì 26 febbraio 2015

Meloni a La Repubblica: «Sarò con Matteo per costruire una destra giovane»




giorgiameloni.com


In piazza con Salvini, sabato a Roma, il 7 marzo a Venezia, dove porterà quest’intesa con la Lega, onorevole Giorgia Meloni? 
 «Siamo in piazza insieme per dire no a questo governo dei poteri forti, delle grandi lobby, dei potentati economici, dell’Europa dei banchieri, dell’immigrazione senza controllo, della “troika” tutta italiana: Monti-Letta-Renzi. Puntiamo a costruire un’alternativa credibile a tutto questo, partendo da una destra moderna, giovane, all’altezza delle sfide. Sabato partecipiamo noi, con una delegazione, alla manifestazione promossa dalla Lega a Roma. Sarà nostra invece la piazza organizzata a Venezia il 7 marzo con lo slogan “Difendiamoci”: dalle tasse, dalla criminalità dilagante, dai clandestini, dall’Isis alle porte».

Salvini è stato contestato a Roma, al Campidoglio lo hanno accusato di razzismo. Temete incidenti? 
 «Non faccio l’avvocato di Salvini. Ma di razzismo sonostata accusata anche io, solo perché dico no a questa forma di finta solidarietà che si vuole far passare attraverso l’apertura dei confini a tutti gli immigrati, per poi farli vivere come bestie. Qui rischiamo una deriva in stile banlieue. Incidenti sabato non ne temo. Le minacce arrivano dai soliti noti in cerca di visibilità, quattro fanatici del facciamo casino».

Con la Lega presenterete liste comuni? Magari alle regionali al Sud? 
«Non credo proprio. Ognuno presenterà le proprie. Ma il centrodestra per come lo abbiamo conosciuto in Italia è morto, va costruito qualcosa di completamente nuovo. E bisogna ricostruirlo partendo dalle primarie, per fare sintesi e unità».

Berlusconi non ne vuol sapere. «Pazienza, sene farà una ragione e ce la faremo noi del suo dissenso. È finita la politica dell’uomo solo al comando, dei cerchi magici, dei diktat, è il momento di voltare pagina».

Gianfranco Fini nell’intervista a Repubblica l’ha definita “mascotte di Salvini”, “una delusione”, il vostro un “lepenismo d’accatto”.  
«Fini mi ha ferito solo quando ha ucciso la destra italiana. Oggi, quando lui mi accusa, mi critica, acquisisco la consapevolezza di andare nella direzione giusta. Io non sono la mascotte di nessuno. Altri forse lo sono dei poteri forti, della massoneria, delle grandi lobby. Penso che l’esperienza Monti sia quanto di più lontano si potesse immaginare dalla storia della destra italiana».

Ma il legame con Marine Le Pen c’è, la porterete in Italia? 
«Ci siamo incontrate a cena poche settimane fa. Portarla in Italia per una manifestazione è nelle nostre intenzioni. Ma non ci sogniamo di dar vita a un clone italiano del partito lepenista, l’Italia non è la Francia, le condizioni politiche non sono sovrapponibili, noi vogliamo costruire un modello tutto italiano».