giovedì 28 dicembre 2017

Nuovi italiani: 400 mila in due anni. Lo Ius Soli non serve


da http://blog.ilgiornale.it / di Giampaolo Rossi

UN BOOM DI CITTADINANZE
Solo nel biennio 2015-2016 gli stranieri che hanno ottenuto la cittadinanza italiana sono stati quasi 400 mila; per la precisione 178.000 nel 2015 e 202.000 nel 2016.
È quanto risulta sommando i dati del Bilancio Demografico Nazionale pubblicato annualmente dall’Istat.

Nel 2015, i 178 mila nuovi italiani hanno rappresentato un +37% rispetto al 2014; mentre i 200 mila nuovi italiani del 2016, un +13% rispetto al 2015.
Nel conteggio sono comprese le acquisizioni di cittadinanza “per matrimonio, naturalizzazione, trasmissione automatica al minore convivente da parte del genitore straniero divenuto cittadino italiano, per elezione da parte dei 18enni nati in Italia e regolarmente residenti ininterrottamente dalla nascita, per ius sanguinis”.

Negli ultimi due anni, il numero di cittadini stranieri residenti nel nostro paese è rimasto più o meno invariato: poco più di 5 milioni. Quindi quei “400 mila nuovi italiani” stanno a significare che nel biennio 2015-2016, quasi l’8% degli stranieri presenti nel nostro Paese sono stati naturalizzati: una percentuale altissima mai raggiunta prima.
Percentuale che è ancora più alta se si considera che coloro che oggi hanno ricevuto la cittadinanza italiana, sono coloro che risiedono nel nostro Paese da almeno 10 anni e sono entrati quando la popolazione straniera era intorno ai 3 milioni.
I paesi di origine dei nuovi italiani del 2016 rimangono prevalentemente quelli di più antico insediamento: Albania (18% di quanti hanno acquisito la cittadinanza), Marocco (17%), Romania (6%). Aumentano gli italiani di origine indiana (5%) e pakistana (4%).

QUANTI STRANIERI IN ITALIA?
Tolti gli stranieri divenuti “cittadini italiani”, quanti sono gli stranieri residenti in Italia? Nel 2016 secondo l’Istat, oltre 5.000.000, pari all’8,3% del totale dei residenti (poco più di 60,5 milioni) ; di questi il 50% dall’Europa (prevalentemente centro-orientale), il 21% dall’Africa, il 20% dall’Asia e circa il 7% dall’America centro-meridionale; esiguo il numero dall’Oceania.
Le popolazioni più presenti in Italia sono rumeni (1,2 milioni), albanesi (450 mila), marocchini (420 mila), cinesi (quasi 300 mila), ucraini (200 mila), filippini (160 mila), indiani (150 mila).
In termini di percentuale crescono notevolmente alcune nazionalità africane (Gambia +72% e Mali +42%) ma con numeri assoluti ancora irrisori, e afghani (+31%) la cui presenza è legata a motivi umanitari.
In tutto in Italia risiedono circa 200 nazionalità a “confermare il quadro multietnico del nostro Paese”.
Con buona pace della Boldrini, della Kyenge, di Saviano e dei raccontafrottole della sinistra multiculturale, l’immagine dell’Italia come un Paese chiuso agli immigrati e ostile ai processi di integrazione è falsa e priva di fondamento; è un’immagine costruita dai media e propagandata da chi vive e pontifica dagli attici di Manhattan o dai salottini radical-chic.
400 mila nuovi cittadini italiani in due anni sono la dimostrazione che lo Ius Soli non serve, non è necessario per il riconoscimento di un diritto allo straniero che, se meritato, si può avere anche con l’attuale legislazione.

SEMPRE MENO ITALIANI
Semmai il vero problema del nostro paese è il calo della popolazione italiana che continua anche nel 2016; problema di cui, ai campioni dell’immigrazionismo compulsivo e dell’accoglienza ideologica, non frega nulla.
Nell’ultimo anno in Italia abbiamo avuto quasi 142 mila italiani in meno, decremento prodotto dalla negatività del “saldo demografico naturale”: per la precisione, 473.438 nascite (per il secondo anno sotto il mezzo milione) contro 615.261 decessi. Bolzano è l’unica provincia italiana dove nascono più italiani di quanti ne muoiano.
Il calo del 2016 sarebbe stato ancora più cospicuo se non fosse stato mitigato appunto dalla concessione della cittadinanza italiana a 200 mila stranieri (altri 140 mila italiani in meno si sono avuti nel 2015).

UN DATO CHE NASCONDONO
Un altro dato merita di essere preso in considerazione: secondo l’Istat nel 2016, 115 mila italiani hanno lasciato il nostro Paese; di questi circa 40 mila sono “cittadini di origine straniera che emigrano in un Paese terzo o fanno rientro nel Paese d’origine dopo aver trascorso un periodo in Italia ed aver acquisito la cittadinanza italiana”. Il fenomeno è riscontrato anche nel 2015.
Questo significa che abbiamo concesso la cittadinanza italiana a persone che hanno poi lasciato il nostro Paese dopo aver “sperimentato un brevissimo periodo di residenza al solo fine di acquisire la cittadinanza”; lo scrive l’Istat. Sono persone, quindi, che hanno deciso di non appartenere alla storia del nostro Paese (per ragioni anche legittime), ma alle quali noi abbiamo concesso un diritto di cittadinanza a cui non corrisponderà alcun dovere, visto che sono tornate al loro paese d’origine o emigrate in paesi terzi (dove magari hanno altri legami famigliari o culturali).
Questo fenomeno ovviamente aumenterà con lo Ius Soli, quando, per dirla con il genio di Saviano, riconosceremo “il diritto di chi nasce in Italia a essere italiano indipendentemente dalla cittadinanza dei genitori”. Allora quanti saranno i bambini diventati italiani senza che lo siano i loro papà o le loro mamme che dovranno abbandonare il nostro Pese e tornare a vivere nelle terre di origine dei loro genitori quando essi rientreranno? Che tipo di cittadinanza consapevole è questa?

LO IUS SOLI NON SERVE
Per Saviano e per gli intellettuali di sinistra che hanno recentemente firmato il solito appello logorroico, quella sullo Ius Soli è tra tutte, “la legge più urgente”, nonostante l’Istat ammetta, con l’attuale legislazione, “il notevole aumento dei riconoscimenti di nuovi cittadini italiani”.
La sinistra devota a Soros e al progetto mondialista, non ritiene prioritari il lavoro, la crescita economica, la tutela dei nuovi poveri italiani sempre più poveri e sempre più numerosi; no, pensa che l’urgenza del Paese sia scardinare, in prospettiva, l’equilibrio demografico della nazione, imponendo una legge assente nella stragrande maggioranza dei paesi europei e nel pieno del caos immigrazione che qualcuno aveva previsto da decenni e che, leader e intellettuali di sinistra infarciti di stupida ideologia multiculturale, hanno mostrato di non saper prevedere, né governare.
Nella sua relazione, l’Istat richiama il collegamento diretto tra l’attuale crisi economica e il calo delle nascite in Italia. E invece di sollecitare “legislazioni di emergenza” per tutelare la maternità, favorire le giovani coppie, garantire accesso al credito per gli italiani che non ce la fanno, loro pensano di inventarsi nuovi italiani per legge.

In Italia non c’è bisogno di Ius Soli, i numeri lo dimostrano. I diritti dei cittadini stranieri e di quelli che vogliono diventare “nuovi italiani” sono già tutelati. È ora di iniziare a tutelare i diritti degli italiani che italiani lo sono da sempre.