da ilgiornale.it
Se la penna è l'arma dei vincitori, la matita può diventare quella dei vinti dalla censura dell'egemonia culturale.
Uscire da un ghetto che, il più delle
volte, sta nella testa. Non allinearsi e trovare uno spazio che sia
all'altezza del mainstream ma che, per questo, non si corrompa ai suoi
dettami, in un'azione di rigenerazione culturale. Ecco la vera sfida che
parte del mondo del fumetto italiano vuole vincere proprio in questi
mesi. Fascinazioni che già incantarono la destra, con Pratt e Bonelli,
con le immagini di Frazetta, Battaglia, Oneto o con le evocazioni
fantasy dei fratelli Hildebrandt.
Premesse che all'apparenza riportano
ad un mondo confinato in quattro mura, tra disegni frettolosi
e
rilegature che neanche il ricettario di Wilma De Angelis meriterebbe.
Eppure i ragazzi sono usciti dalla sezione per riscoprire la tradizione. E la loro voce arriva in libreria a parlare di coraggio, filo conduttore di un universo identitario, in cui il passato è una malinconica visione del presente. Il coraggio degli antieroi, rispetto alla prospettiva moderna, che esplorano i confini del sacrificio. Come Guido Rossa.
«Ho realizzato il fumetto su Rossa perché abbiamo un debito con chi è morto per permetterci di vivere liberi. Per la prima volta le Br uccidono un operaio, un comunista, gettando la maschera; da lì, la definitiva presa di posizione contro la violenza brigatista, che fino a quel punto non c'era mai stata. Rossa fu lasciato solo e visto, inizialmente, come un traditore». Così rinasce la storia di Guido Rossa - l'operaio che le Br uccisero nel 1978 perché non ebbe paura di denunciare la loro infiltrazione tra i lavoratori dell'Italsider di Genova - tramite le parole e i disegni di Nazareno Giusti, un poliziotto di 28 anni, prestato all'arte del disegno. Guido Rossa. Un operaio contro le Br (Round Robin Editrice, pagg. 154, euro 15). Un'opera emozionale, dall'atmosfera gotica, integrata da contributi scritti che approfondiscono i retroscena del delitto e il clima di esasperazione di quegli anni.
Una vicenda «contro», già ripresa da Giuseppe Ferrara nel 2005 con un film, che incontrò notevoli problemi di distribuzione, Guido che sfidò le Brigate Rosse, con Massimo Ghini e Gianmarco Tognazzi.
Ma i figli dell'indifferenza di massa, perché alfieri della parte sbagliata, sono il centro della produzione artistica anche di Ferrogallico, la prima produttrice italiana di fumetti d'autore non conformi. La casa editrice, piccola e già grande, impegnata, nei giorni scorsi, nella presentazione del nuovo fumetto su Sergio Ramelli - giovanissimo militante del Fronte della gioventù ucciso nel 1975 da un commando di Avanguardia operaia -, si avvale di partnership importanti, come quella di Mondadori e Panini. «L'idea è quella di equilibrare l'opera di insopportabile alterazione che il pensiero politicamente corretto opera su alcuni grandi riferimenti culturali», parola di Federico Goglio, responsabile comunicazione di Ferrogallico. Proprio alla vita di uno dei grandi, Kimitake Hiraoka, per tutti Yukio Mishima, scrittore, patriota, romanziere, al disperato amore del guerriero, Ferrogallico sta dedicando un fumetto: «Siamo al lavoro. Sarà la prima graphic novel al mondo dedicata allo scrittore e marzialista giapponese, incentrata sull'ultima notte di vita di Mishima.
Una sceneggiatura dalle atmosfere oniriche, continuamente oscillante tra il presente narrato, la vita passata di Mishima, l'immedesimazione con i protagonisti dei suoi celebri romanzi.
Con questo fumetto, cercheremo di dare vita ad un'operazione di ampio respiro culturale, con l'obiettivo di tradurre l'opera in più lingue, fino ad arrivare a distribuirla in Giappone». In cantiere per Ferrogallico, inoltre, una biografia di Ezra Pound e un fumetto sulla storia di Norma Cossetto, in 48 tavole, a cura di Emanuele Merlino. E allora che si crei il cortocircuito: per andare contro bisogna stare con la testa tra le nuvolette.