giovedì 27 aprile 2017

A bando le bandiere titine l'1 maggio: il Consiglio comunale vieta i simboli di Tito



da triesteprima.it

A bando le bandiere titine l'1 maggio: il Consiglio comunale vieta i simboli di TitoLa mozione urgente dei capigruppo di maggioranza è stata votata dai consiglieri di Fratelli d'Italia, Lista Dipiazza, Forza Italia e Lega Nord. Astenuta l'opposizione.

A bando le bandiere titine l'1 maggio: il Consiglio comunale vieta i simboli di Tito«Negli ultimi anni a Trieste, durante le manifestazioni in occasione del Primo maggio, Festa del Lavoro, tra cui il corteo curato dalle organizzazioni sindacali che si conclude in piazza Unità d'Italia, sono comparsi vessilli e bandiere celebranti la figura del maresciallo Tito, bandiere della Repubblica Federativa Socialista di Jugoslavia ed altre ostentazioni di stelle rosse, anche sul tricolore italiano».

Questa la premessa della mozione urgente presentata dai capigruppo di maggioranza in Consiglio comunale Claudio Giacomelli (FdI), Paolo Polidori (Ln), Vincenzo Rescigno (Ld) e Piero Camber (FI): «Simboli offensivi per la memoria storica della città e di insulto per il ricordo di quanti subirono persecuzioni, torture, infoibamenti e omicidi a partire dal 1 maggio 1945», scrivono nella mozione che chiede di «impegnare il sindaco a trasmettere il sentimento del Consiglio comunale di Trieste al prefetto, al questore e agli organizzatori della manifestazioni per il Primo maggio, invitando questi ultimi  a non ammettere episodi simili sino a isolare ed espellere dalle proprie manifestazioni le persone che si macchiassero di tali inqualificabili comportamenti e, qualora tali fatti si dovessero ripetere anche quest'anno in alcune manifestazioni, a invitare prefetto e questore a vietarle per l'anno 2018».

«Le bandiere con la stella rossa sono un pugno in faccia alla città e non può essere tollerato da chi organizza queste manifestazioni», commenta Giacomelli che chiede alla Giunta di non fare propria la mozione così da concedere al Consiglio l'espressione di voto, richiesta accolta dall'assessore Angela Brandi che spiega «che l’aula debba esprimersi, pur condividendo gli intenti e potendo fare propria la mozione».

«Ho presentato l’emendamento perché una manifestazione viene proibita dagli organi competenti per altri motivi, purtroppo - spiega Marco Toncelli (Pd) -. Credo che siano da rispettare tutte le sofferenze e vicissitudini della città, ma anche da lavoratore io non ho accettato quelle bandiere perché non c’entrano nulla con la festa dei lavoratori. Allo stesso tempo però vorrei votare una mozione che abbia un senso, una mozione attuabile: per questo vorrei eliminare il secondo punto della mozione».

«L’1 maggio sia festa dei lavoratori e non dell’occupazione titina», sottolinea Polidori. «È una mozione di civiltà e ogni anno purtroppo dobbiamo risollevare la questione. Ricordo la medaglia d’oro della bandiera di Trieste in contrasto con l’orrore subito in quei giorni», aggiunge Alberto Polacco (FI) seguito dal collega di partito Everest Bertoli: «Si tratta di insulti non a un gruppo politico, ma a una popolazione che in quei giorni ha subito una politica di terrore».

«Con la mia famiglia abbiamo sempre festeggiato il 30 aprile, giorno in cui il Cnl è insorto per far entrare la città in un progetto di Italia repubblicana - ha esordito Antonella Grim (Pd) -. Il giorno dopo è accaduto poi il fatto che ha ferito una parte della città. Sono consapevole delle ferite e sofferenze subite, ma credo che ancora una volta non sappiamo cercare di andare oltre e con questa mozione si voglia fare un uso strumentale di quelle ferite che per anni hanno diviso i cittadini di questa città».

Nel ricordare quanto fatto nel suo mandato da sindaco, Roberto Cosolini (Pd) ha spiegato di aver «inaugurato un monumento sul colle di San Giusto che ricorda le sofferenze di quei giorni, cosa che nessuno prima aveva fatto. Non voterò questa mozione perché ci sono le cose proibite dalla legge e quindi se c’è un reato si persegue. È folclore? È una provocazione?
Che questo debba portare all’isolamento ed espulsione fisica (che c’è sempre stato nel corteo), ma questa mozione contiene diverse cose: simboli titini, ma anche bandiere tricolore con le stelle rosse (simbolo delle brigate di garibaldi)».

Astenuti dal voto insieme al resto dell'opposizione anche il Movimento 5 stelle: «Vogliamo chiamarli dementi, persone da isolare, da condannare? Come credo siano da condannare persone che in altri cortei si rifanno a nazismo e fascismo - ha spiegato Paolo Menis -. Voi avete portato una mozione per difendere un vostro deputato e il suo diritto di parola (Salvini a Napoli, ndr) e ora chiedete di cancellare una manifestazione a causa di 5/10 deficienti, non credo sia un comportamento coerente».

La votazione ha dato esito positivo con 20 voti a favore (la maggioranza), 7 non voto (Movimento 5 stelle e Verdi/Psi) e rimozione del tesserino (quindi non hanno partecipato al voto) da parte del Partito democratico e Insieme per Trieste. 



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