TUTTO QUESTO È ITALIA
Ricordo un popolo che amava la sua
terra e che la scelse, nonostante tutto. Nonostante le persecuzioni ad
opera dei partigiani titini da una parte e il rifiuto da parte
dell’Italia di tutelarlo ed accoglierlo. La scelse con coraggio e amore
perché era così follemente giusto e naturale. Scelse di non rinnegare la
propria terra riconquistata e difesa, perché l’Istria, la Dalmazia e
Fiume erano, sono e continueranno ad essere italiane per cultura, storia
e tradizioni.
Quell’Italia che portiamo tutti noi nel cuore e che leggendone la
storia ci fa emozionare. Quell’Italia che deve la sua esistenza ai
nostri avi, i quali lottarono per difenderne ogni singolo centimetro,
anche il più sperduto.
Ecco perché siamo italiani; perché noi apparteniamo all’Italia, tanto quanto l’Italia appartiene a noi, perché siamo uniti imprescindibilmente da un amore smisurato per la sua storia, le sue montagne, i suoi fiumi, le sue cattedrali.
Con il coraggio di Nazario Sauro e seguendo i passi di Gabriele D’Annunzio che, con quella “banda di matti” degli Arditi, lottò per difendere la città di Fiume e il Golfo del Quarnaro e riconsegnarle all’Italia, la continueremo a proteggere con lo stesso spirito dei ragazzi del ’53, scesi nelle vie di Trieste per ribadire che quella era casa loro e che niente e nessuno avrebbe potuto togliergliela, o cambiarne l’identità e i confini.
Noi siamo sempre qui, dalla parte di tutti quei giovani italiani che amano quel tricolore, pronti ad alzare barricate contro chi vorrebbe infangarlo e insultarlo, minandone la sacralità. Non ci fermeranno.
Non ci fermeremo.
Mai!
Ecco perché siamo italiani; perché noi apparteniamo all’Italia, tanto quanto l’Italia appartiene a noi, perché siamo uniti imprescindibilmente da un amore smisurato per la sua storia, le sue montagne, i suoi fiumi, le sue cattedrali.
Con il coraggio di Nazario Sauro e seguendo i passi di Gabriele D’Annunzio che, con quella “banda di matti” degli Arditi, lottò per difendere la città di Fiume e il Golfo del Quarnaro e riconsegnarle all’Italia, la continueremo a proteggere con lo stesso spirito dei ragazzi del ’53, scesi nelle vie di Trieste per ribadire che quella era casa loro e che niente e nessuno avrebbe potuto togliergliela, o cambiarne l’identità e i confini.
Noi siamo sempre qui, dalla parte di tutti quei giovani italiani che amano quel tricolore, pronti ad alzare barricate contro chi vorrebbe infangarlo e insultarlo, minandone la sacralità. Non ci fermeranno.
Non ci fermeremo.
Mai!