da repubblica.it
ALLARME DEMOGRAFICO IN ITALIA: NASCITE RESTANO AL MINIMO DALL'UNITA' D'ITALIA. PICCO DEI DECESSI DAL DOPOGUERRA.
I dati dell'Istat. La popolazione residente in Italia si riduce di 139 mila unità. Al 1 gennaio 2016 i residenti erano 60 milioni 656 mila. Centomila italiani (+12,4%) hanno lasciato Paese
E' ancora allarme demografico in Italia con
nascite in caduta libera e un amento dei decessi.
Nel 2015 sono nati
488mila bambini, 8 per mille residenti, quindicimila in meno rispetto al
2014, toccando il minimo storico dalla nascita dello Stato Italiano. Lo
dice l'Istat che ha diffuso gli indici demografici.Il numero dei figli
medi per donna,è di 1,35 al 2015 che si conferma il quinto anno
consecutivo di riduzione della fecondità. L'eta media delle donne al
momento del parto è salita a 31,6 anni.
Mentre nascono sempre meno bambini aumenta il numero delle morti. Nel 2015 si è toccato il picco più alto di decessi dal secondo dopoguerra: i morti, secondo gli indicatori dell'Istat, sono stati 653 mila, 54 mila in più dell'anno precedente (+9,1%). L'aumento di mortalità risulta concentrato nelle classi di età molto anziane (75-95 anni).
Il tasso di mortalità, pari al 10,7 per mille, è il più alto tra quelli misurati dal secondo dopoguerra in poi. Dal punto di vista demografico, il picco di mortalità del 2015 è in parte dovuto a effetti strutturali connessi all'invecchiamento e in parte al posticipo delle morti non avvenute nel biennio 2013-2014, più favorevole per la sopravvivenza. Diminuisce la speranza di vita alla nascita. Per gli uomini si attesta a 80,1 anni (da 80,3 del 2014), per le donne a 84,7 anni (da 85).
Mentre nascono sempre meno bambini aumenta il numero delle morti. Nel 2015 si è toccato il picco più alto di decessi dal secondo dopoguerra: i morti, secondo gli indicatori dell'Istat, sono stati 653 mila, 54 mila in più dell'anno precedente (+9,1%). L'aumento di mortalità risulta concentrato nelle classi di età molto anziane (75-95 anni).
Il tasso di mortalità, pari al 10,7 per mille, è il più alto tra quelli misurati dal secondo dopoguerra in poi. Dal punto di vista demografico, il picco di mortalità del 2015 è in parte dovuto a effetti strutturali connessi all'invecchiamento e in parte al posticipo delle morti non avvenute nel biennio 2013-2014, più favorevole per la sopravvivenza. Diminuisce la speranza di vita alla nascita. Per gli uomini si attesta a 80,1 anni (da 80,3 del 2014), per le donne a 84,7 anni (da 85).
E' ancora allarme demografico quindi nel
nostro paese. Nel 2015, secondo i dati del Report Istat, la popolazione
residente in Italia si riduce di 139 mila unità (-2,3 per mille).
Al 1
gennaio 2016 la popolazione totale è di 60 milioni 656 mila residenti.
Gli stranieri residenti in Italia al 1 gennaio 2016 sono 5 milioni 54
mila e rappresentano l'8,3% della popolazione totale. Rispetto a un anno
prima si riscontra un incremento di 39 mila unità. La popolazione di
cittadinanza italiana scende a 55,6 milioni, conseguendo una perdita di
179 mila residenti. Nel 2015 centomila cittadini italiani si sono
cancellati dall'anagrafe per trasferirsi all'estero. Un dato in aumento
(+12,4%) rispetto al 2014. L'anno scorso, le iscrizioni anagrafiche
dall'estero di stranieri sono state 245 mila; 28 mila, invece, i rientri
in patria degli italiani. Le cancellazioni per l'estero hanno
riguardato 45 mila stranieri (-4,8% sul 2014) e centomila italiani