sabato 21 dicembre 2013

Dormitorio per senzatetto e luogo di bivacchi, il Parco di Colle Oppio divorato dal degrado

da: lungotevere.org
Roma, 21 dic 2013 – Appena dieci giorni fauna fiaccolata dei residenti ne aveva denunciato le gravi condizioni di degrado. Oggi al Parco di Colle Oppio poco è cambiato: nessun pronunciamento è arrivato dall’amministrazione e le misure a tutela della pubblica fruizione dell’area verde sono ancora insufficienti.
Per questo, i cittadini sono tornati a ‘manifestare’ questa mattina nei giardini di Colle Oppio, “armati” di scope, rastrelli e secchi a volontà per “fare il primo passo”: cioè pulire il parco, anche con la collaborazione di Ama. “E’ una manifestazione spontanea di chi vive questo parco ed è esausta del degrado che è sotto gli occhi di tutti “, ha commentato Silvia Iorio, residente in zona.
Ad appoggiare l’iniziativa, promossa da comitati e associazioni del Rione Monti, anche il gruppo Fratelli d’Italia del I Municipio con il consigliere municipale, Stefano Tozzi.“Oggi è la seconda giornata di protesta, come anticipato nella fiaccolata dell’11 dicembre, per proseguire nella sensibilizzazione dell’opinione pubblica riguardo lo stato in cui versa questo parco – ha dichiarato il consigliere - cerchiamo di ripristinarne il decoro, raccogliendo secchi di rifiuti, in attesa che venga risolto il problema dell’affidamento alla cooperativa che fino a questa estate ha ben gestito il parco”.

La situazione nell’area verde di Colle Oppio è infatti degenerata proprio lo scorso luglio, quando il contratto della cooperativa affidataria è scaduto, senza poi essere rinnovato.
Risultato? Le foto parlano da sé. Fontane storiche adibite a dormitori, con cartoni e coperte lasciati da chi la sera tonerà ad utilizzare lo stesso giaciglio di fortuna. Acque torbide, insozzate dai resti delle cene e dai vetri di bottiglia accumulati di giorno in giorno. Altrettanto nelle aree giochi, dove le mamme portano ancora i figli, tra vetri rotti, lamette e rifiuti di ogni genere.
Di manutenzione ordinaria quindi non se ne parla, ma anche la sicurezza lascia a desiderare. Perché il parco, non più gestito dalla cooperativa, non viene neanche regolarmente chiuso. “Riqualificare l’area è ora la priorità, - ha aggiunto Tozzi –restaurando le fontane storiche, i cigli e i giardini, ma attendiamo anche una presa di posizione da parte dell’amministrazione - che ancora non c’è stata - in merito ai rifugiati politici che vivono nel parco”.
Isabella Foderà