giovedì 7 marzo 2013

‘L’appuntamento dei crisantemi’



da azionetradizionale.com
Tempo fa lessi ‘Lezioni spirituali per giovani samurai’ di Mishima, un libro molto interessante (anche perché conteneva il manifesto della sua ‘Associazione degli scudi’ e il proclama  da lui pronunciato prima del celebre suicidio) sull’etica dei samurai, ottimo per trarre degli esempi guerrieri di vita. Nel capitolo ‘Sul mantenere la parola data’, Mishima critica innanzitutto la moderna società contrattuale, nella quale è radicata una latente diffidenza verso gli esseri umani: si tende infatti a scrivere e firmare tutto, in modo che si evitino azioni nocive da parte dell’altro. Le persone, infatti, oggi agiscono (o almeno cercano di farlo) nei limiti di una legge che temono di trasgredire solo per averne ripercussioni dirette e per questo l’autore afferma che il mantenere le promesse o l’essere puntuale non ha in sé un’importanza determinante. Se una persona non mantiene una promessa detta oralmente, non sarà punita dalla legge. Ma è qui che entra in gioco la Lealtà, una nobile virtù che si basa sulla buona fede di chi si prende un impegno e che va oltre i profitti materiali. Per fare un esempio di quanto sia importante nella Tradizione dei samurai, Mishima ricorre ad un racconto che, essendo incuriosito dal leggerlo integralmente, mi sono andato a comprare nella raccolta dove è situato. Si tratta de ‘L’appuntamento dei crisantemi’ di Akinari Ueda, scrittore giapponese vissuto dal 1734 al 1809, contenuto nel libro ‘Racconti di pioggia e di luna’. La breve storia narra di un sedicente studioso, Samon, che vive rifiutando ogni agiatezza e che un giorno si reca da un tale del villaggio. Mentre conversano sente un lamento e il padrone di casa gli riferisce che c’è un samurai molto malato che ha chiesto di poter alloggiare lì per una notte. Samon intende fargli visita e, nonostante le avvertenze del padrone circa eventuali ripercussioni sulla sua salute, il ragazzo risponde sorridendo che vita e morte dipendono dal Cielo e apre la porta. Appena entrato, si mette a completa disposizione del samurai malato e dice di ospitarlo finché non sarà completamente guarito. Il samurai, Akana, gli racconta di essere fuggito in quanto era stato effettuato un assedio al castello in cui insegnava e gli era stato detto da un generale poco coraggioso presso il quale successivamente ha effettuato servizio, di rimanere lì e disinteressarsi  alla vicenda, cosa che Akana non poteva tollerare, e di essersi ammalato durante il viaggio. Nei giorni successivi, Samon e Akana instaurano una forte amicizia che porta Akana a diventare suo fratello, con il consenso della madre di Samon. Akana, però, deve partire per dovere, ma promette che il giorno della festa dei crisantemi, il nono giorno del nono mese, tornerà. Il giorno stabilito, Samon si organizza per preparare una calorosa accoglienza per il fratello acquisito, che però non arriva. La sera, però, compare dinnanzi a lui spiegandogli però di essere solamente uno spirito: egli, infatti, era tenuto prigioniero e non aveva alcuna possibilità di uscire. Per mantenere fede alla parola data, dunque, decise di togliersi la vita perché ‘un uomo non può percorrere mille miglia in un sol giorno ma uno spirito può farlo’.
Andrea P.