da barbadillo.it
Tragico settembre 1943. L’Italia brucia. Un’ artista, una famosa firma, decide di aderire alla Repubblica Sociale Italiana. E’ una scelta gravosa. Ma sembra la sua: la scelta che dice che la patria non cambia il nome, che la patria ha sempre lo stesso volto, il volto dell’onore e della difesa dei valori dei padri.
Lui è Gino Boccasile, il grande interprete della comunicazione novecentesca di massa. L’inventore di immagini moderne popolari. Un pittore, che si fa tenente di una divisione granatieri delle SS italiane, senza essere un persecutore, senza essere condannato nel 1945. Un artista che, sotto una luce elettrica nervosa, in caserma, continua a disegnare quei soldati con gli occhi gonfi e fieri, mentre la guerra è perduta in ogni caso.
G. B. è lontano da noi. Ma resta vicino con l’ esempio. Egli mette la sua vita nel vortice della storia. Senza nascondersi dopo tutto il successo raccolto per il suo ingegno.
Per i suoi notevoli meriti artistici. Per la sua parabola da italiano. Oggi, più che mai, meriterebbe una grande retrospettiva nazionale. Ed è questo il periodo giusto per costruire un evento utile al ricordo di un italiano e alla valorizzazione della sua opera. Con dei costi accessibili, i suoi quadri sono in vendita nel web, ma meriterebbero il museo! E meriterebbero l’attenzione delle istituzioni culturali.
I suoi lavori nella comunicazione pubblicitaria ci parlano. Ecco Le signorine grandi firme degli anni trenta. Ecco le collaborazioni con i più importanti editori italiani. Ecco il suo impegno, a favore delle grandi industrie nel dopoguerra, per il rilancio dell’economia nazionale.
Ma, da anni, la ricerca storica tace. Tace su questo creatore di miti moderni. Perché? Forse a causa dell’idea critica, tutta superata, per cui il disegno e la grafica sono espressioni artistiche secondarie? O ci sono altre ragioni? Forse pesano ancora le scelte di Boccasile che lo spingono a realizzare i manifesti infiammati della Rsi, dal 1943 al 1945?
Le memorie pittoriche italiane non devono essere trascinate nel dimenticatoio della storia. Ci fu un tempo in cui gli artisti innocenti furono processati dai vincitori. Un tempo in cui, nei libri e nelle scuole d’arte, si tacevano i nomi di artisti come di Sironi, Funi, Maccari , Boccasile… E le giovani generazioni non devono pagare per la lunga stagione dell’oblio, l’ oblio forzato.
E’ facile processare un intellettuale, un disegnatore, un artista. Oggi, tuttavia, sono comuni gli infinti dimenticare e sprecare: dimenticare e sprecare la memoria storica a causa di un presente liquido o di un uragano televisivo interminabile che non sa ripercorre i passi degli italiani.
Per riflettere sull’ arte di Gino Boccasile, un’arte che mirava ad accrescere l’idea di benessere sociale, qui, a voce alta, chiediamo una Mostra nazionale su Gino Boccasile. Una mostra sulla sua arte novecentesca e italiana.
Le istituzioni culturali rispondano… Per favore, rispondano!