giovedì 26 settembre 2013

Cultura. La modernità di Boccasile artista che mise la sua vita nel vortice della storia


da barbadillo.it
Tragico settembre  1943.   L’Italia brucia.   Un’ artista,  una famosa firma,  decide di aderire alla Repubblica Sociale Italiana.   E’  una scelta  gravosa.  Ma sembra la sua:  la scelta  che  dice che  la patria  non cambia  il  nome,   che la patria  ha  sempre  lo stesso volto,  il volto dell’onore  e della difesa dei valori dei padri.
Lui è Gino Boccasile, il grande interprete della comunicazione  novecentesca di massa.   L’inventore di  immagini moderne popolari.  Un pittore, che si  fa tenente  di una divisione granatieri delle SS italiane,  senza essere un persecutore, senza  essere condannato nel 1945.   Un artista che,  sotto una luce elettrica nervosa,  in caserma, continua     a disegnare  quei soldati con  gli occhi  gonfi  e  fieri,  mentre la  guerra  è  perduta  in ogni caso.
 G. B.  è lontano da noi.  Ma resta  vicino con l’ esempio.  Egli   mette la sua  vita nel vortice della storia.  Senza  nascondersi dopo  tutto il  successo  raccolto per il  suo ingegno.
Per i suoi notevoli meriti artistici. Per la sua  parabola da italiano. Oggi,  più che mai,  meriterebbe  una grande retrospettiva nazionale. Ed è  questo il  periodo giusto  per costruire un  evento  utile al  ricordo di  un  italiano   e   alla valorizzazione  della sua opera. Con dei costi  accessibili,  i suoi quadri sono in vendita nel web,  ma meriterebbero il museo!  E  meriterebbero l’attenzione delle istituzioni culturali.
I suoi lavori  nella comunicazione pubblicitaria ci parlano.  Ecco  Le signorine grandi firme  degli anni trenta. Ecco le collaborazioni con i più importanti editori italiani. Ecco  il  suo impegno, a favore delle grandi industrie nel dopoguerra, per il rilancio dell’economia  nazionale.
Ma,  da anni, la ricerca storica tace.  Tace su questo creatore di miti moderni. Perché? Forse a causa dell’idea critica, tutta superata,  per cui il disegno e la grafica sono  espressioni artistiche secondarie? O ci sono altre ragioni? Forse pesano ancora le  scelte di Boccasile  che  lo spingono a realizzare  i  manifesti  infiammati della Rsi,  dal 1943  al 1945?
Le memorie pittoriche  italiane  non devono essere  trascinate nel  dimenticatoio della storia.  Ci  fu un tempo  in cui gli artisti  innocenti  furono processati  dai vincitori. Un  tempo in cui,  nei libri  e nelle scuole d’arte,  si tacevano i nomi  di artisti come  di  Sironi,  Funi,   Maccari ,  Boccasile… E  le giovani  generazioni non  devono  pagare per la  lunga  stagione dell’oblio,  l’ oblio forzato.
E’  facile  processare  un  intellettuale,  un disegnatore, un artista. Oggi,  tuttavia,  sono  comuni   gli infinti dimenticare e sprecare:  dimenticare e sprecare la memoria storica a causa di un   presente liquido  di un  uragano televisivo interminabile   che  non sa ripercorre  i passi  degli  italiani.
Per riflettere sull’ arte di Gino Boccasile,  un’arte   che mirava ad accrescere  l’idea di benessere sociale,  qui,  a voce alta,  chiediamo  una  Mostra  nazionale su  Gino Boccasile.   Una mostra sulla  sua  arte  novecentesca  e  italiana.
Le istituzioni culturali  rispondano…  Per  favore,  rispondano!